Vivere Brescia #26

Una settimana con tante proposte per scoprire la città e la sua scena artistica, alcune in corso ormai da tempo, ma di cui fa sempre piacere tornare a parlare, altre di recente apertura. In più un bonus, un appuntamento domenicale per sognare di essere altrove restando in città.

Dal 6/11/2021 al 11/11/2021

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1) Palcoscenici archeologici. Interventi curatoriali di Francesco Vezzoli
Un inedito progetto espositivo site-specific che ha partecipato e vinto il bando dell’Italian Council (Edizione, 2019), programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Otto sculture da ammirare partendo dal Parco Archeologico fino a Santa Giulia, tra richiami e rimandi che ogni visitatore sarà chiamato a decifrare.

A noi è piaciuta perché, come abbiamo raccontato qui, il dialogo tra antico e contemporaneo creato da Vezzoli è sempre interessante, si inserisce in un contesto altrettanto interessante e in un allestimento che esalta tanto le sculture dell’artista quanto ciò che le circonda..

Categoria: Scultura/Installazione
Dove: Brixia. Parco archeologico di Brescia romana, via Musei, 57
Museo di Santa Giulia, via Musei 81/b
Cosa: mostra temporanea
Quando: fino al 9 gennaio 2022, negli orari di apertura del polo museale
Come: ingresso a pagamento. È previsto un biglietto congiunto, ma è anche possibile acquistare gli ingressi per le singole sedi separatamente. Tutte le informazioni su https://www.bresciamusei.com

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2) Max Bi in mostra.
Max Bi torna in mostra da Colossi Arte Contemporanea con il suo coloratissimo “zoo” antropomorfo, con i suoi paesaggi urbani pop e la sua ironia. Un’occasione da non perdere, anche per chi aveva ammirato le sue opere nella precedente esposizione solo virtuale.
A noi è piaciuta perché, non è un mistero, troviamo che i lavori di Max Bi di questa specifica fase artistica, la sua urban jungle, meritino di essere scoperti e analizzati senza fretta, cercando di cogliere, come abbiamo provato a raccontare qui sul blog, tutti gli strati di significati più o meno nascosti dietro un’esplosione di colori.

Categoria: Arte
Dove: Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 12/13
Quando: fino al 13 novembre, negli orari di apertura della galleria
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

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3) “COMUNISTI! Simboli e volti di un’appartenenza”
La mostra, a cura di René Capovin, Renato Corsini e Marcello Zane, è ricca di documenti originali, immagini d’epoca e fotografie più recenti, manifesti, tessere e giornali racconta non solo un partito e la sua storia, ma anche i suoi simboli, il suo rapporto con l’arte.
A noi è piaciuta perché è un viaggio in un’epoca e nei suoi costumi, anche in chiave squisitamente bresciana.

Categoria: Fotografia
Dove: Spazio Contemporanea, Corsetto Sant’Agata 22
Quando: fino al 21 novembre 2021, negli orari di apertura della galleria
Cosa: mostra temporanea
Come: Ingresso libero

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4) “Ceci n’est pas Paris”
Una domenica sicuramente diversa quella che si appresta a vivere via Porta Pile, con piccole incursioni artistiche, una mostra fotografica, un mercatino bric-à-brac e una collettiva – Pain au chocolat – di Caminòm Project.
A noi interessa perché non vogliamo perderci “un pomeriggio al Carmine in perfetto stile Montmartre”.

Categoria: Evento
Dove: via Porta Pile
Quando: domenica 7 novembre dalle 15 alle 19

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5) Photoanalogie
La nuova tappa della rassegna “Fotografia bresciana”, il progetto, nato per raccontare al pubblico le radici della fotografia della città e per offrire ai giovani artisti nuove possibilità espositive, propone “Photoanalogie” di Gigi Bellometti.
Il fotografo prova a rispondere alla domanda su cosa abbiano in comune scene e soggetti ritratti nei luoghi, fra loro, più lontani e disparati in un’esposizione che si snoda tra assonanze, correlazioni, collegamenti.
Il risultato non ci ha interamente convinto perché la realizzazione pratica non rende completamente giustizia all’idea di partenza decisamente intrigante; alcuni accostamenti risultano forzati, alcuni soggetti alquanto banali e la qualità complessiva degli scatti non è sempre eccellente.

Categoria: Fotografia
Dove: Ma.Co.f., Via Moretto 78
Quando: fino al 14 novembre 2021, dal martedì alla domenica dalle 15.00 alle 19.00
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

Mostra – MAX BI e la sua giungla tornano in mostra da Colossi Arte Contemporanea

“Welcome to the (urban) jungle” questo potrebbe essere il sottotitolo della mostra Urban Animals – una giungla coloratissima, pop, surreale e giocosa, mai banale, quella immaginata e realizzata da Max Bi, quasi una serie di graffiti su tela di grandi dimensioni che potrebbe tranquillamente trovare spazio sui muri della nostra città…”

Così scrivevo sul blog il 12 giugno 2020 in occasione della personale di Max Bi ospitata nello spazio virtuale della galleria Colossi, oggi quindi potrei esordire dicendo “Welcome again to the (urban) jungle”.

Nobless a cat (2020)

Ancora una volta, nelle opere esposte, che si inseriscono in una fase del suo percorso che l’artista definisce post-street, il grande assente è l’essere umano, sostituito da animali che si sono urbanizzati e a tratti umanizzati, restando però capaci (forse proprio perché sono spariti uomini e donne) di convivere nei medesimi spazi, di condividere i medesimi luoghi superando i classici stereotipi del “gatto che caccia il topo”.
I piani di lettura sono diversi, molteplici, complessi, tanto quanto sono articolati lo sguardo dell’artista sulla società e le modalità con cui coniuga i suoi linguaggi espressivi.

Prevalgono, anche nelle opere di dimensioni più contenute rispetto a quelle a cui ci ha recentemente abituato, i colori accesi, le pennellate decise, la stratificazione dei segni, le atmosfere pop e una sottile ironia, spesso tutta da decifrare, con cui Max Bi risponde agli stimoli del mondo che lo circonda, incorporandoli nei suoi quadri.
Così come restano da decifrare le diverse scritte, solo all’apparenza casuali e insignificanti che compaiono a più riprese e che sono espressione in lettere delle sensazioni dell’artista, non immediatamente intelligibili, anzi spesso criptiche perché non si conosce il diagramma, la chiave per decifrarle. Un’evoluzione, insomma, delle crittografie con cui Max Bi si è a lungo cimentato.

Giraffe’s Mumy (2019)

Dicevamo dell’esplosione di colori, sicuramente il primo aspetto che colpisce il pubblico e che rende le opere di Max Bi decisamente riconoscibili, ma guardando più attentamente potremo riconoscere alcuni altri elementi ricorrenti, da un lato le sbarre e dall’altro palme, macchinine e pesciolini.
Le prime, per cui mi sono spesso chiesta se servano più a trattenere all’interno che a tenere fuori, rappresentano una sorta di prosecuzione del percorso artistico di Max Bi, dalle grate che imprigionavano i suoi personaggi dei fumetti, relegandoli in secondo piano, nel ciclo di tele realizzate nel biennio 2017-2018, alla loro evoluzione in 3D, le sbarre ritorte, create con un processo di piegatura a caldo del ferro.
I secondi sono un tocco altrettanto personale, ma forse più intimo, perché rimandano direttamente all’infanzia dell’artista, ai suoi primi disegni, a quei soggetti che ritornavano, più e più volte, sui fogli di carta, proprio come oggi ritornano più e più volte, quasi come una firma, nei suoi quadri.

Una mostra quella in Corsia del Gambero ricca di suggestioni da cui si esce con gli occhi colmi di meraviglia e, mi raccomando, se avrete il piacere di incontrare Max Bi (e non solo il suo autoritratto) chiedetegli di spiegarvi il significato delle tre capre “francesi”. Vi conquisterà, da grande narratore qual è, non solo con il pennello.

Autoritratto (2019)

Piè di pagina
Dove: Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 12/13
Quando: fino al 13 novembre, negli orari di apertura della galleria
Come: ingresso libero

Mostra: Fashion Caos. La smart art di LYS in mostra a Brescia

Dopo la bella rassegna dedicata alla Vittoria Alata Musa contemporanea, che tra l’altro aveva visto tra i protagonisti anche LYS con la sua reinterpretazione “futuristica, erotica, combattente, ironica, illusa” torniamo da Colossi Arte Contemporanea per la personale di Stefano Lupicano, in arte LYS.
Fashion caos è tra gli eventi a corredo del Brescia Photo Festival, nel circuito Friends, e ha aperto i battenti lo scorso 27 maggio e, come avevamo già scritto in un’edizione di “Vivere Brescia”, sin dalle prime immagini pubblicate sui social ci ha molto incuriosito.

Appena arrivati in galleria la prima sorpresa, ci accoglie Daniele Colossi accompagnato da Stefano in persona che si presterà, con estrema cortesia, ma anche con l’evidente piacere di confrontarsi con il “suo pubblico”, a farci da cicerone, a guidarci nei diversi strati che contribuiscono a comporre una mostra solo all’apparenza facile, pop quanto basta.
Spoiler alert: abbiamo mille domande per l’artista, a partire dalla scelta del nome d’arte, e speriamo di averlo presto nostre ospite su queste pagine, magari in occasione dei prossimi appuntamenti bresciani.

Sulle pareti troviamo una sintesi delle direttive lungo cui si sviluppa la ricerca artistica di LYS, la sua smart art che utilizza come strumenti esclusivamente uno smartphone e le relative app di ritocco fotografico.
La scelta di usare solo il cellulare deriva dalla volontà di creare arte senza limiti, spaziali o temporali che siano, all’insegna di un flusso creativo che non vuole lasciarsi imbrigliare. Dalla tela allo schermo il passo sembra brevissimo.
Ma la rassegna non si limita a proporre una panoramica di ciò che l’artista ha sinora creato, ci offre invece uno sguardo in avanti, se vogliamo uno spiraglio sull’evoluzione della digital art rappresentata dalle opere con ologramma che consentono di vivere letteralmente il processo creativo in diretta. Tra queste abbiamo amato in particolare il nuovo omaggio alla Vittoria Alata che in qualche secondo narra una storia, conclude un racconto.
Il percorso di LYS dunque procede, integrando nuove tecnologie, nuovi linguaggi espressivi, nuove modalità di esprimere la creatività, il tutto con un sapiente uso delle luci frutto probabilmente della sua esperienza come light designer.

Al centro delle opere alcuni elementi chiave, innanzitutto la moda e una riflessione sul contemporaneo che si compenetrano ancora più fortemente oggi, quando tutti si interrogano sul futuro di una haute couture improvvisamente vittima del caos, alle prese con un necessario ripensamento del suo modo di comunicare, di raccontarsi dopo la pandemia.
Le rielaborazioni di LYS, sin dalla scelta delle immagini patinate di partenza, sono sorprendenti, spiazzanti e di grande impatto visivo, ricche di infiniti dettagli, con un senso di teatralità che cattura lo sguardo. Non stupisce quindi che siano apprezzate dagli stessi stilisti.

E poi ancora l’omaggio all’arte che passa attraverso la moda, con un minuzioso lavoro soprattutto sui costumi e sui tessuti, con un processo di trasfigurazione per inglobare elementi moderni, che non sono semplici patch ornamentali apposte sulle opere, ma elementi portatori di significato, segni della distruzione a cui vengono sottoposte le immagini di partenza, le fonti di ispirazione, prima di essere ricomposte.
Marchi come specchi della società moderna che diventano anche un modo di avvicinare i più giovani all’arte, corpi estranei, alieni se vogliamo, che tuttavia non sono sfregi, ma si trasformano in autentici tributi, in chiavi di lettura, in messaggi che travalicano il mero piacere estetico, che superano l’apparenza.

Se dovessimo condensare in poche righe il succo della mostra diremmo creatività, trasfigurazione, attenzione ai temi della contemporaneità, atmosfere surreali e rarefatte, lavori frutto di un vero e proprio assemblaggio che pesca tra oggetti di uso quotidiano e brand, modelle da passerella e ritratti storici, in un amalgama spesso dissacrante, a tratti iconico e a tratti onirico in cui perdersi.

Una carrellata da ammirare con calma, perché il caos di LYS in realtà ispira esattamente sensazioni opposte. Un’occasione da non perdere per scoprire suggestioni visive e tutte le potenzialità della smart art (ovviamente le nostre foto sono state scattate con uno smartphone e non ritoccate su tablet o pc).

Piè di pagina
Dove: Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 12/13
Quando: dal 27 maggio 2021, da martedì a sabato, dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Come: ingresso libero su appuntamento al numero 0303758583

Vivere Brescia #20

Fotografia, fotografia e ancora fotografia in questa edizione di Vivere Brescia, anche se iniziamo da una proposta diversa.
Il Brescia Photo Festival prosegue, anzi si arricchisce con le proposte del circuito Brescia Photo Friends, e settimana dopo settimana stiamo esplorandolo tutto, non smettendo mai di stupirci di fronte agli scatti dei fotografi italiani e stranieri, più o meno noti, che popolano l’iniziativa, con la curatela artistica di Renato Corsini, promossa dal Comune di Brescia e da Fondazione Brescia Musei e con la collaborazione di MaCof – Centro della fotografia italiana.
La pandemia ha sicuramente frenato molti progetti, ne ha rallentato lo sviluppo e l’apertura al pubblico, ma ha anche alimentato la creatività di diversi artisti, spingendo le loro opere in direzioni probabilmente diverse da quelle che avrebbero preso naturalmente, ma non per questo meno interessanti. Speriamo quindi che, nonostante il titolo e quel senso di limitazione della libertà che evoca, Red Zone marchi la prima tappa di una lunga serie di appuntamenti per Vivere Brescia e la sua scena artistica (oltre che il primo vernissage – evento della stagione).

Dal 28/05/2021 al 03/06/2021

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1) E fingersi morto
Volatili, inequivocabilmente morti, per riflettere sull’essenza della vita. Francesca Damiano ci conduce all’interno della sua poetica, in cui non è la forma ad essere importante, ma l’energia che vi scorre dentro.

A noi interessa perché gli spazi di Bunkervik ci sembrano particolarmente adatti a un progetto interessante, non scontato, da interpretare con gli occhi e, ciascuno, con la propria sensibilità.

Categoria: Arte contemporanea
Dove: BunkerVik – Il rifugio delle idee, Via Odorici 6/b
Quando: dal 28 maggio al 6 giugno 2021, da giovedì a domenica dalle 16.30 alle 19.30.
Cosa: mostra temporanea
Pagina facebook: @bunkervik 
Come: Ingresso libero. Per appuntamento 3358662857

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2) Bellissima
Il MO.CA accoglie una mostra-omaggio dedicata alla Vittoria Alata e al suo collocamento nella cella orientale del Capitolium, in un nuovo allestimento curato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg.
Venti i fotografi italiani coinvolti, ciascuno con il proprio stile e una propria visione per interpretare il denominatore comune, l’immagine di uno dei simboli della città.

A noi è piaciuta perché ci ha permesso di ammirare venti diverse, diversissime, letture fotografiche di una stessa protagonista. Alcune sicuramente più riuscite, altre al nostro occhio meno interessanti, alcune più classiche, altre più innovative, resta il fatto che è difficile scegliere quale sia l’omaggio più riuscito, anche se il collettivo di indirezionenoncasuale proverà a stilare la sua personale classifica sul blog.

Categoria: Fotografia
Dove: Ma.Co.f./MO.CA Centro per le nuove culture, Via Moretto 78
Quando: fino al 27 giugno 2021, dal martedì alla domenica dalle 15.00 alle 19.00
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

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3) Fashion Caos
Gli spazi della galleria Colossi Arte Contemporanea ospitano la nuova personale di LYS, ancora una volta fedele al motto “You can make art with anything, I use a smartphone”.
Modelle e fotografia di moda, spunti neoclassici e elementi dei social media si fondono per dare vita a immagini a tratti oniriche, a tratti surreali, tra atmosfere patinate e riflessioni sulla società dell’apparenza (o dell’apparire).

A noi interessa perché abbiamo già avuto modo di apprezzare la smart art di LYS e mai come questa volta siamo rimasti affascinati dalla composizione e dai contrasti di cui sembrano vivere le sue opere.

Categoria: Arte contemporanea
Dove: Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 12/13
Cosa: mostra temporanea
Quando: dal 27 maggio negli orari di apertura della galleria.
Come: ingresso libero su appuntamento

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4) Red Zone
Dorothy Bhawl e il rosso, o meglio la famigerata zona rossa.
Ancora una volta il fotografo stupisce, o forse dovremmo dire colpisce, il suo pubblico gettandolo letteralmente in un universo grottesco, estremo, dai contrasti accentuati, in alcuni momenti persino perturbante.
Un ciclo quello che spicca sulle pareti bianchissime della Galleria Gare 82 frutto dei nostri tempi, indelebilmente legato a un periodo storico che mai avremmo immaginato di vivere.

A noi è piaciuta perché nelle fotografie c’è molto dell’artista che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare negli anni, dallo sguardo ironico con cui legge la realtà contemporanea, alla teatralità spinta fino ai suoi limiti, dalla cura meticolosa con cui costruisce le immagini e tutti gli elementi che le compongono alla capacità di creare molteplici livello di significato e significante.

Categoria: Fotografia
Dove: Galleria Gare 82, via Villa Glori 5
Quando: fino al 26 giugno 2021, negli orari di apertura della galleria
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

Mostra: Vittoria Alata. Musa contemporanea – La parola agli artisti, parte 3

In questa sorta di romanzo a puntate, l’introduzione sono state le nostre impressioni sulla mostra, mentre nei diversi capitoli abbiamo deciso di dare la parola agli artisti che si sono cimentati nella rilettura della Vittoria Alata per la mostra attualmente in corso negli spazi di Colossi Arte Contemporanea e che sarà prossimamente visitabile anche online.
Hanno rotto il ghiaccio Max Bi, Elizabeth e Milena Bini, seguiti da Michael Gambino, LYS e Felipe Cardeña a cui abbiamo rivolto sempre le stesse tre domande, per creare un filo conduttore, una proposta di chiave interpretativa di ciascuno dei tasselli che compongono la collettiva.
Oggi i protagonisti sono Marica Fasoli, Michele_Battart, Annalù Boeretto e Daniele Fortuna.

In questo progetto siamo partiti da lei, la Vittoria Alata originale, chiedendo poi agli artisti, in un gioco di associazioni e parole in libertà, di creare una “didascalia” della musa così come l’hanno ritratta ed è da questa descrizione che abbiamo estratto a sorte un vocabolo andandolo a ricercare nelle pagine del Vocabolario Treccani.
Per l’ultima domanda, invece, non abbiamo posti paletti, lasciando la massima libertà su come strutturare la risposta così da far emergere la propria singolarità.

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Marica Fasoli

celeste (ant. celèsto) agg. – 1. a. Del cielo, che appartiene al cielo o si muove nel cielo; soprattutto in espressioni relative all’astronomia. b. Di colore simile a quello del cielo sereno. 2. a. Del cielo, inteso come sede di Dio e degli spiriti beati; quindi divino, che viene dal cielo.
3. estens. a. Dolcissimo, ineffabile (quasi «degno del cielo»).

Marica Fasoli - Sulle ali della vittoria (2021) - Tecnica mista su carta e foglie oro 22K
Sulle ali della vittoria (2021). Tecnica mista su carta e foglie oro 22K

D: Cinque parole per descrivere la Vittoria Alata.
R: Epica, femminile, leggiadra, determinata, indipendente.

D: Cinque parole per riassumere il testo della sua rilettura secondo Marica Fasoli.
R: Eterea, libera, celeste, geometrica, iperrealista.

D: Un numero di parole illimitato per proporre al pubblico la chiave di lettura della o delle sue opere in mostra.
R: Il processo creativo delle mie opere nasce dalla piegatura di un origami, dalla successiva decostruzione per poi riprendere vita con il colore. In questo mi rifaccio all’antica tradizione shintoista giapponese della rinascita e della morte per una successiva rinascita, in un ciclo vitale che si ripete.
La cosa che ha più attirato la mia attenzione, quando mi è stato proposto di dedicare un’opera alla Vittoria alata, sono state proprio le ali. Le stesse ali che mi colpirono la prima volta al Louvre, quando vidi la Nike di Samotracia nell’atto di spiccare il volo. Ali che molte divinità perdettero ancora prima di giungere al periodo classico greco.
Quando ho visto la Vittoria alata, sono state proprio queste ali a colpirmi, simbolo di conquista ma anche di libertà assoluta, decantata dal Carducci quando, nell’ode a lei dedicata scriveva: “…o pur volasti davanti l’aquile….”
Ho deciso di incentrare il tema della mia opera partendo dall’origami della Nike, che viene poi dispiegato come dispiegate sono le ali stesse pronte a spiccare il volo. 

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Michele_Battart

curvy agg. Che ha linee morbide, detto del corpo femminile; prosperoso, formoso. Dall’inglese curvy (‘formoso, prosperoso’).

Michele_Battart - Je veille pour mon maître. Vous entrez à vos risques et perils (2021) - Candeggina su velluto
Je veille pour mon maître. Vous entrez à vos risques et perils (2021). Candeggina su velluto

D: Cinque parole per descrivere la Vittoria Alata.
R: Sinuosa, sensuale, garbata, elegante, iconica.

D: Cinque parole per riassumere il testo della sua rilettura secondo Michele_Battart.
R: Liquida, corrosa, scolorita, protetta, curvy.

D: Un numero di parole illimitato per proporre al pubblico la chiave di lettura della o delle sue opere in mostra.
R: Lacrime di candeggina corrodono il tessuto
Come fosse il volto del disilluso.
È vero Ci sono icone, buone solo da emulare
per sentirsi meno soli
come fanno quelle gocce
Che per essere percepite sono costrette ad aggregarsi
Come fanno le persone
Ci sono invece icone che van protette
come la nostra vittoria alata
Perché ci insegnan l’eleganza nella semplicità
Senza aver bisogno d’ori e diamanti
Ma con la sola sicurezza d’essere, in un mondo dove esisti solo se appari.
Per questo la leonessa protegge la sua padrona
Perché nessuno la porti più via ora che è tornata a casa…

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Annalù Boeretto

trascendenza s. f. [der. di trascendente]. – 1. In filosofia, la condizione o la proprietà di essere trascendente, di esistere al di fuori o al di sopra di un’altra realtà (è, in questa accezione generale, l’opposto di immanenza, che indica invece ciò che si risolve o permane dentro un determinato ambito); in quanto tale, la trascendenza è propria soprattutto del principio primo, di Dio, come sua caratteristica. In alcune correnti del pensiero contemporaneo, in particolare nella fenomenologia husserliana, la trascendenza è intesa come condizione degli oggetti della conoscenza in quanto al di là della loro percezione nella coscienza.

Annalù Boeretto - Flyingfeet (2021) - Scultura in bronzo
Flyingfeet (2021). Scultura in bronzo

D: Cinque parole per descrivere la Vittoria Alata.
R:  Maestosa, mitica, elegante, misteriosa, imperiale.

D: Cinque parole per riassumere il testo della sua rilettura secondo Annalù Boeretto.
R: Leggerezza, levità, trascendenza, inconsistenza, volo.

D: Un numero di parole illimitato per proporre al pubblico la chiave di lettura della o delle sue opere in mostra.
R:  Entrambe le sculture attraverso l’elemento alato conservano una trascendenza ed una dimensione ultraterrena. 

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Daniele Fortuna

contemporanea agg. e s. f. – 1. a. agg. Che accade o vive nello stesso tempo, che appartiene alla medesima età. b. s. f. Chi vive o è vissuta nello stesso tempo di un altra. 2. a. agg. Che appartiene all’età presente, alla vita attuale. Con limiti più ampî nella periodizzazione storica, successiva all’età e storia moderna, con inizio perciò già nel secolo 19°. b. Chi vive e opera nell’età presente.

Daniele Fortuna - Reborn (2021) - Acrilico su legno
Reborn (2021). Acrilico su legno

D: Cinque parole per descrivere la Vittoria Alata.
R:  Trionfale, monumentale, delicata, forte, eterea.

D: Cinque parole per riassumere il testo della sua rilettura secondo Daniele Fortuna.
R: Archetipa, contemporanea, vissuta, rinata, colorata.

D: Un numero di parole illimitato per proporre al pubblico la chiave di lettura della o delle sue opere in mostra.
R:  La mia opera ripercorre le sue origini, la Vittoria Alata proviene dalla venere, quindi ho voluto fare un processo di elaborazione mentale analogo a quello degli antichi, ho preso la venere di Capua alla quale ho aggiunto le ali, ma le mie sono ali di Angelo, come augurio di portare un messaggio d’amore e di speranza. Anticamente era presente uno specchio poi diventato scudo sul quale veniva inciso il nome dell’eroe vittorioso, in questo caso la statua nelle mani regge un disco con la scritta reborn (rinata), a indicare che la nostra vittoria da questo periodo sarà la rinascita.
Un dettaglio che pochi conoscono: il disco è volutamente dipinto con stucchi che vanno a conferire una sorta di percezione di un oggetto restaurato, a simboleggiare che anche se si notano dei difetti, che per me sono le sofferenze di questi tempi, ne usciremo comunque vittoriosi.
Mentre il blu così intenso rappresenta qualcosa che ha toccato tutti nel profondo. 

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Piè di pagina
Dove: Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 12/13
Quando: dal 20 febbraio al 30 maggio 2021 negli orari di apertura della galleria.
Come: ingresso libero su prenotazione al numero 0303758583
Marica Fasoli. @maricafasoli
Michele_Battart. @michele_battart
Annalù Boeretto. @annalu_artist Daniele Fortuna. @fortunadaniele

Mostra: Vittoria Alata. Musa contemporanea – La parola agli artisti, parte 2

Dopo le nostre impressioni sulla mostra, abbiamo deciso di dare la parola agli artisti che si sono cimentati nella rilettura della Vittoria Alata per la mostra attualmente in corso negli spazi di Colossi Arte Contemporanea e che sarà prossimamente visitabile anche online.
Hanno rotto il ghiaccio Max Bi, Elizabeth e Milena Bini a cui abbiamo rivolto tre domande, sempre le stesse, per creare un filo conduttore, una proposta di chiave interpretativa di ciascuno dei tasselli che compongono questa interessante collettiva.
Domande che riproporremo invariate anche ai protagonisti di questo nuovo viaggio, Michael Gambino, LYS e Felipe Cardeña.

Come abbiamo spiegato ovviamente siamo partiti da lei, dalla Vittoria Alata originale, chiedendo poi a tutti, in un gioco di associazioni e parole in libertà, di creare una “didascalia” della musa così come l’hanno ritratta ed è da questa descrizione che abbiamo estratto a sorte un vocabolo andandolo a ricercare nelle pagine del Vocabolario Treccani.
Per l’ultima domanda, invece, non abbiamo posti paletti, lasciando ad ogni singolo artista la scelta su come strutturare la risposta così da far emergere la propria singolarità.

Continuate a seguirci, perché la visita non finisce qui.

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Michael Gambino

vibrante agg. [part. pres. di vibrare]. – 1. a. Che vibra, che è in vibrazione. b. In fonetica, consonanti v., consonanti la cui articolazione consiste nel susseguirsi di più chiusure e aperture del canale vocale, che producono una vibrazione 2. a. estens. Che risuona con energia, che esprime forza e intensità di sentimenti.

Omaggio alla vittoria alata (2021). Farfalle di carta intagliate e importate su tavola

D: Cinque parole per descrivere la Vittoria Alata.
R: Eterna, enigmatica, onnisciente, aulica, silenziosa.

D: Cinque parole per riassumere il testo della sua rilettura secondo Michael Gambino.
R: Metamorfica, spirituale, vibrante, florida, rumorosa.

D: Un numero di parole illimitato per proporre al pubblico la chiave di lettura della o delle sue opere in mostra.
R: Le farfalle rappresentano la continua trasformazione ciclica a cui va incontro la statua, dovuta al processo di ossidazione e ai successivi restauri. Per evidenziare tale processo ho utilizzato farfalle che richiamano il colore del bronzo ossidato, quindi bruno-verde.
Nell’opera è presente anche una specie denominata Urania. “Urania” era un epiteto della dea Afrodite, a cui la statua si ispira, che significava “celeste” o “spirituale” in contrapposizione ad Afrodite “Pandemos” ossia “per tutto il popolo” e serviva a distinguere l’amore più celeste dell’anima da quello più fisico.
Le farfalle disposte a cerchio sono un omaggio allo specchio o lo scudo, andato perso, che possedeva la statua. 

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LYS

futuristica agg. (pl. m. -ci). – Relativa al futurismo e ai futuristi. – Avv. futuristicamente, non com., secondo le concezioni del futurismo.

Vittò (2020). Smart Art – Vittoria Flower (2020) Digital painting con fiore olografico

D: Cinque parole per descrivere la Vittoria Alata.
R: Affascinante, cruda, forte, antica, tenace.

D: Cinque parole per riassumere il testo della sua rilettura secondo LYS.
R: Futuristica, erotica, combattente, ironica, illusa.

D: Un numero di parole illimitato per proporre al pubblico la chiave di lettura della o delle sue opere in mostra.
R: Vittoria Flower – Non una semplice opera, ma una fusione opera/istallazione. Spettacolarizzare un opera,  già maestosa e carismatica, ricreando una dimensione onirica, dove al posto del piatto un fiore olografico che rende omaggio all’ essenza di ciò che rappresenta la Vittoria, ma anche un omaggio alla donna che ne raffigura, forte, cruda e viva.

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Felipe Cardeña

meticcia (ant. mesticcia, mestizza o mestiza) s. f. e agg. 1. In antropologia fisica, in senso stretto, individuo nato da un genitore di razza bianca e da uno di razza diversa (africana, amerindia, cinese, ecc.) 2. In zootecnia, ibrido tra individui di razza diversa.

Vittoria Alata Pop Flowers (2021). Collage su tela

D: Cinque parole per descrivere la Vittoria Alata.
R:  Classica, seducente, misteriosa, sognante, levitante.

D: Cinque parole per riassumere il testo della sua rilettura secondo Felipe Cardeña.
R: Pop, kitsch, folle, meticcia, gioiosa.

D: Un numero di parole illimitato per proporre al pubblico la chiave di lettura della o delle sue opere in mostra.
R:  “Noi crediamo alla possibilità di un numero incalcolabile di trasformazioni umane e dichiariamo senza sorridere che nella carne dell’uomo dormono delle ali”.
Filippo Tommaso Marinetti, L’uomo moltiplicato, 1910

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Piè di pagina
Dove: Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 12/13
Quando: dal 20 febbraio al 30 maggio 2021 negli orari di apertura della galleria.
Come: ingresso libero su prenotazione al numero 0303758583
Michael Gambino. @michael_gambino_artist
LYS. @l_y__s
Felipe Cardeña. @felipecardena

Mostra: Vittoria Alata. Musa contemporanea – La parola agli artisti

Come promesso nel post precedente, abbiamo deciso di dare la parola agli artisti che si sono cimentati nella rilettura della Vittoria Alata per la mostra attualmente in corso negli spazi di Colossi Arte Contemporanea e che sarà prossimamente visitabile anche online.

Al nostro invito hanno già risposto alcuni dei protagonisti, a cui abbiamo rivolto tre domande, sempre le stesse, per creare un filo conduttore, una proposta di chiave interpretativa di ciascuno dei tasselli che compongono questa interessante collettiva.
Ovviamente siamo partiti da lei, dalla Vittoria Alata originale, chiedendo poi a tutti, in un gioco di associazioni e parole in libertà, di creare una “didascalia” della musa così come l’hanno ritratta ed è da questa descrizione che abbiamo estratto a sorte un vocabolo andandolo a ricercare nelle pagine del Vocabolario Treccani.
Per l’ultima domanda, invece, non abbiamo posti paletti, lasciando ad ogni singolo artista la scelta su come strutturare la risposta così da far emergere la propria singolarità. Così qualcuno ha optato per un racconto, altri per una composizione quasi poetica, altri ancora per una sorta di flusso di coscienza.

Senza ulteriori indugi, entriamo in galleria guidati dalla voce di Max Bi, Elizabeth e Milena Bini… e un arrivederci al prossimo post per continuare la visita.

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Max Bi

trap s. m. inv. Sottogenere della musica rap, sviluppatosi, a partire dagli anni Novanta del Novecento negli Stati Uniti, come espressione degli ambienti sottoproletari urbani degradati e caratterizzato da testi violenti e aggressivi, ritmati da una musica elettronica fortemente sincopata.

Vittoria alata come musa contemporanea, Max Bi
Max Bi, Viktoria (2020). Tecnica mista su tela

D: Cinque parole per descrivere la Vittoria Alata.
R: Futurista, enigmatica, poetica, musicale, preziosa.

D: Cinque parole per riassumere il testo della sua rilettura secondo Max Bi.
R: Ironica, pop, trash, trap, hip hop.

D: Un numero di parole illimitato per proporre al pubblico la chiave di lettura della o delle sue opere in mostra.
R: Da bresciano D.O.C.G. non è stato difficile confrontarmi con uno dei simboli della mia città e la proposta di Daniele e Antonella Colossi mi ha immediatamente entusiasmato. Sin da piccolo, quando ad ogni gara di qualsivoglia sport o avvenimento importante venivamo premiati con la classica Vittoria Alata (base in marmo di botticino e statua in bronzo patinato verde) mi sono sempre chiesto il motivo reale di quel movimento delle sue braccia. 
L’idea che, prima di spiccare il volo, stesse danzando non mi ha mai convinto. Tanto meno mi è mai balenata l’idea che stesse scrivendo. Giammai ho ipotizzato si stesse specchiando. 
Per la verità sono sempre stato fermamente convinto fosse stata ritratta nell’atto di dare il mangime ai pesci di un acquario che poi è il mio segno zodiacale. 
We’re just two lost souls swimming in a fish bowl… ma così come per nuotare non servono le branchie… per volare non servono le ali. Tutto chiaro no? 

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Elizabeth

etèrea (ant. etèria) agg. [dal lat. aethereus, variante di aetherius]. – 1. a. Dell’etere, secondo la concezione degli antichi. b. poet. Del cielo. c. Per estens., purissimo, celeste. 2. Dell’etere cosmico.

Elizabeth Art Candy, Vittoria Alata (2020). Confetti colorati stabilizzati

D: Cinque parole per descrivere la Vittoria Alata.
R: Maestosa, rappresentativa , imponente, ammirabile, potente.

D: Cinque parole per riassumere il testo della sua rilettura secondo Elizabeth.
R: Iconica, femminile, armoniosa, elegante, eterea.

D: Un numero di parole illimitato per proporre al pubblico la chiave di lettura della o delle sue opere in mostra.
R: Nella mostra sono presenti tre mie opere, sono state realizzate con l’intento di omaggiare il ritorno dell’iconica scultura, al suo grande splendore, e al suo ricollocamento…ammirata nel suo dolce ritorno.
Un drappo di confetti colorati sostituisce il bronzo, diventando una nuova pelle e ponendo un nuovo punto di vista da cui osservarla. 
Un antico mosaico, ma reso contemporaneo, di confetti stabilizzati, a rappresentarla con il suo scudo andato perduto… e talvolta invece decoro di un piedistallo per esaltarne la dolce Vittoria…

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Milena Bini

riapparizióne s. f. [der. di riapparire]. – Il riapparire; nuova apparizione.

Milena Bini, Mela alata (2021). Terracotta e tecnica mista, picciuolo in vetro con murrina

D: Cinque parole per descrivere la Vittoria Alata.
R: Grazia, bronzo, bellezza, forza, storia.

D: Cinque parole per riassumere il testo della sua rilettura secondo Milena Bini.
R: Simbolismo, rinascita, ritorno, riapparizione, unicità.

D: Un numero di parole illimitato per proporre al pubblico la chiave di lettura della o delle sue opere in mostra.
R: Azzurro, Brescia, appartenenza, simbolo, restyling, fedeltà, bellezza, oro, catch diversity, rentrée, trasparenza,  trascendentale, rappresentativa, Brixia, figurativa, emblema, ripristinazione, unica, ripresentazione, evanescenza… la mela protagonista di quest’opera contiene in sé un frammento di cielo. L’azzurro che sovrasta la città diviene quindi il luogo di accoglienza dell’antica scultura, che si staglia imperitura nella limpida decorazione del frutto. L’altra faccia della mela presenta invece una Vittoria alata quasi evanescente. Come avesse affrontato viaggi in luoghi lontani e avesse quindi perduto una parte di sé, la statua simbolo di Brescia ha fatto ora ritorno nella sua città ed è pronta a rinascere tra le sue braccia.

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Piè di pagina
Dove: Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 12/13
Quando: dal 20 febbraio al 30 maggio 2021 negli orari di apertura della galleria.
Come: ingresso libero su prenotazione al numero 0303758583
Max Bi. IG @maxbi_artist
Elizabeth. IG @elizabeth_art candy 
Milena Bini. IG @milenabini

Mostra: Vittoria Alata. Musa contemporanea

Alla storia del ritrovamento della Vittoria Alata, del suo recente restauro e del ritorno a Brescia abbiamo dedicato l’ultimo post. Oggi vogliamo ritornare sullo stesso tema, ma in un’ottica completamente diversa e assolutamente contemporanea, quella di Daniele e Antonella Colossi che ci propongono una rassegna particolarmente interessante di riletture e reinterpretazioni della celeberrima scultura bronzea.

Sono 35 gli artisti coinvolti nel progetto dai galleristi e 40 le opere realizzate, con i materiali, i linguaggi e gli stili più diversi, all’insegna della massima libertà creativa e con un’unica indicazione, quella di rimanere fedeli alla propria tecnica usuale. Le pareti e gli spazi della galleria sono quindi popolati di fotografie e statue, sculture e ritratti, dipinti e collage per un vero e proprio tributo alla Vittoria Alata come fonte, ancora inesaurita, di ispirazione.

Una mostra variegata e variopinta, capace di catturare l’attenzione e la curiosità dei visitatori, consentendo a ciascuno di scegliere la “propria” rivisitazione, la chiave di lettura più consona di quell’opera che ormai, almeno per molti bresciani, si è trasformata in un’icona.

Il collettivo di indirezionenoncasuale non è riuscito a scegliere l’opera più rappresentativa, una sorta di copertina, perché mai come in quest’occasione sono molteplici i lavori che ci hanno colpito e affascinato, stupito e intrigato, fatto riflettere e spinto ad avvicinarci, quasi come se fosse possibile entrare al loro interno, per coglierne tutti i dettagli.

Non volevamo che questo post diventasse solo una galleria di fotografie e, visto anche il momento così particolare che stiamo vivendo, in cui cercare di colmare le distanze è diventato contemporaneamente tanto più importante quanto più difficile, abbiamo deciso di provare a fare parlare se non direttamente le opere, quanto meno gli artisti che le hanno create, perché le loro parole fossero la colonna sonora di una visita virtuale. Anche perché, siamo certi che il pubblico lo coglierà immediatamente, in questa mostra l’elemento verbale è importante, non solo nei titoli, ma per completare il messaggio delle immagini, talvolta per decodificarlo.

Nell’attesa di poter sfogliare il catalogo (magari nell’edizione firmata e a tiratura limitata, con il ricavato della vendita destinato a un’iniziativa benefica) e di consegnare davvero la tastiera agli artisti, per iniziare questo nostro percorso di scoperta, chiudiamo gli occhi e ascoltiamo l’ouverture, lasciamoci insomma guidare dalla voce di chi ha progettato e realizzato la mostra.

“Peculiare risulta essere ciascuna delle opere d’arte realizzate ad hoc per l’evento, in quanto esse non sono altro che il risultato finale dell’unione armoniosa di due mondi temporalmente così lontani.
È un omaggio sincero e riconoscente quello che il mondo dell’arte contemporanea ha deciso di compiere nei confronti dell’antica scultura, simbolo di Brescia, dando così vita ad un dialogo continuo tra passato e
presente. Grazie alle originali ed eccentriche opere realizzate da personalità artistiche di grande rilievo, La Vittoria alata, attraverso i secoli, conserva la sua perdurabile bellezza dimostrando di essere, al di là del tempo, musa contemporanea”.

Immaginando di voler produrre una guida originale, o meglio che ciascun artista volesse farci da cicerone, a ognuno abbiamo, tra l’altro, chiesto di riassumere la propria creazione in cinque parole e, alla fine della visita, sveleremo anche le nostre (e aspettiamo di leggere le vostre nei commenti).
Intanto chiudiamo questo post ricordando quelle scelte da Daniele e Antonella Colossi per sintetizzare la visione d’insieme della Vittoria Alata rivisitata: pop, umanizzata, sconfitta, evanescente, iconica, celata.

Piè di pagina
Dove: Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 12/13
Quando: dal 20 febbraio al 30 maggio 2021 negli orari di apertura della galleria.
Come: ingresso libero su prenotazione al numero 0303758583

Vivere Brescia #15

Continuiamo ad approfittare degli sprazzi di giallo per ritrovare luoghi che ci sono molto mancati, per camminare semplicemente nel centro città, scegliendo prospettive e traiettorie nuove, lontano dalla gente. Le giornate si allungano, le luci cambiano, ma la curiosità di scoprire la scena artistica e culturale bresciana resta intatta. Ecco qui i nostri suggerimenti per questa ultima settimana di febbraio.

Dal 22/02/2021 al 1/03/2021

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1) Vittoria Alata. Musa contemporanea
Il 2021 è decisamente l’anno della Vittoria Alata, dalla “nuova casa” che ospita la statua originale a un programma ricco di proposte per omaggiare uno dei simboli della città.
Omaggio che alla galleria Colossi Arte Contemporanea è riuscito a pennello, grazie a una mostra interessante, con tante opere che catturano l’occhio dei visitatori, invogliandoli a tornare, a osservare quadri e sculture singolarmente e nel loro insieme, per scoprire la partitura del dialogo che le stesse sembrano creare, le une con le altre, da una sala all’altra.
A noi è piaciuta molto perché la Vittoria Alata emerge autenticamente come musa contemporanea, declinata in molteplici varianti, con stili, interpretazioni e sensibilità diverse che consentono di rivederla con occhi nuovi.
E non vediamo l’ora di raccontarvi tutto in dettaglio sulle pagine del blog… con ospiti straordinari.

Categoria: Arte
Dove: Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 12/13
Cosa: mostra temporanea
Quando: fino al 17 aprile negli orari di apertura della galleria.
Come: ingresso libero su prenotazione al numero 0303758583

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2) Visibile Invisibile.
Dopo “Black Mode” la galleria E3 Arte Contemporanea, fedele alla sua vocazione di concentrare l’attenzione sulle più stimolanti ricerche dei linguaggi contemporanei, conduce i suoi visitatori in un viaggio sostanzialmente bicromatico, in cui si richiede di superare il visibile, il tangibile, per trovare simboli, modelli, significati invisibili a un primo sguardo.
Una mostra che permette di perdersi nelle opere, fino a scoprire, come per le opere di Claudio Adami con le sue parole scritte, ridotte a meri segni, che l’occhio ci inganna, facendoci credere di riuscire a distinguere lettere, forme, significati a noi noti, negli spazi lasciati in bianco dall’artista e non già nei tratti a china.

Categoria: Arte
Dove: E3 Arte Contemporanea, Via Trieste 30
Quando: fino al 25 marzo 2021, negli orari di apertura della galleria
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

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3) Daniele Lievi. Carte segrete.
Per ricordare l’artista e scenografo Daniele Lievi, nel trentennale della sua scomparsa, la Fondazione Brescia Musei sceglie un percorso non scontato, presentando una selezione di 62 disegni non strettamente legati ai suoi progetti teatrali, ma che ne rivelano comunque la fantasia immaginifica.
A noi interessa perché queste “carte segrete”, una sorta di diario personale, restituiscono una nuova dimensione dell’artista e della sua produzione.
 
Categoria: Arte
Dove: Museo di Santa Giulia, Sala dell’Affresco, Via Musei, 81/b
Quando: fino al 14 marzo 2021, negli orari di apertura del museo
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero con prenotazione obbligatoria tramite il portale di Brescia Musei oppure il Centro Unico Prenotazioni (telefono 030.2977833 – 834 da lunedì a domenica, dalle 10.00 alle 18.00). 

Vivere Brescia #13

Speriamo di continuare a poter Vivere Brescia e la sua scena artistica e culturale, nonostante le difficoltà, sempre con la massima attenzione e nel rigoroso rispetto delle norme, perché l’arte permette di scoprire nuovi mondi, di sollevare lo spirito, di nutrire occhi e mente, di sognare.

Dal 28/10/2020 al 3/11/2020

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1) Erwin Olaf
A Brescia torna la grande fotografia d’autore.
Il percorso espositivo si propone come un viaggio nell’intera produzione di Erwin Olaf, uno tra i migliori interpreti della moderna fotografia di ritratto, presentando una panoramica completa del suo lavoro, dagli esordi con “Chessmen”, la serie che lo ha reso famoso a livello internazionale, fino all’ultimo progetto “Palm Springs” (2018).
Come abbiamo cercato di raccontare nel post dedicato a noi è piaciuta molto perché, oltre all’indiscusso piacere estetico che accompagna la visita ogni immagine è uno stimolo a riflettere su temi esistenziali, sulla società, i suoi stereotipi e le sue dissonanze, e perché dalle fotografie emerge una straordinaria capacità di allestire vere e proprie scenografie, di creare atmosfere in cui è difficile tracciare un confine tra fantasia e realtà, di raccontare storie.

Categoria: Arte
Dove: Brescia, Paci contemporary, Via Borgo Pietro Wuhrer 53.
Cosa: mostra contemporanea
Quando: dal 23 ottobre 2020 al 27 febbraio 2021 negli orari di apertura della galleria
Come: ingresso libero

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2) Onirique – Ludovic Thiriez
Un ciclo di diciotto opere, realizzate tra il 2018 e il 2020, con cui l’artista racconta il tema dell’infanzia – con i suoi contrasti, emozioni, passioni – rivisitata e interpretata con l’occhio dell’adulto, con il bagaglio delle esperienze maturate, traducendola in disegni e tratti complessi, ricchi di simbologia e di dettagli, da cogliere come un tutt’uno e singolarmente, con la natura e gli animali ad occupare un posto essenziale nei dipinti.
A noi è piaciuta perché permette di scoprire il processo di ricerca di un artista che spesso ha raccontato di come organizzi le proprie composizioni come una “torta” a più strati, da assaporare come un boccone perfetto. Con le sovrapposizioni di elementi raccontano storie, mescolando realtà, fiabe e surrealismo, pennellate astratte e figurazione, trasportando, o meglio facendo viaggiare, gli spettatori in un mondo al contempo strano e fantastico, fuori dal tempo e anche da ogni luogo chiaramente riconoscibile.

Categoria: Arte
Dove: Galleria Gare 82, via Villa Glori 5
Quando: fino al 7 novembre 2020, negli orari di apertura della galleria
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

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Non solo gli origami destrutturati di Marica Fasoli nella sede bresciana di Colossi Arte Contemporanea, da questa settimana è possibile ammirare anche le geometrie, le strutture formali di Sandi Renko.

3) Il riflesso della forma, Marica Fasoli
Con le opere esposte negli spazi della galleria Colossi Arte Contemporanea (e contemporaneamente nello spazio espositivo virtuale www.colossilab.com) Marica Fasoli porta una ventata di colore, reiventando, o meglio destrutturando, l’antica tradizione degli origami per portarla sulla tela.
Le pieghe degli origami distesi, su cui intervengono le pennellate dell’artista, creano innumerevoli geometrie in cui l’occhio si perde, nuove dimensioni, in un processo continuo di creazione e “distruzione” che altro non è che un passaggio verso nuove forme.
A noi è piaciuta perché i lavori espositi generano suggestioni diverse, si schiudono a più interpretazioni, richiedono più chiavi di lettura, senza però mai dimenticare il punto di partenza, quei piccoli origami che i curatori della mostra hanno voluto porre al centro della sala.

4) “Sandi Renko. Con i tuoi occhi”
La mostra permette di scoprire l’evoluzione del lavoro dell’artista.
Partendo dal cubo per creare una serie di illusioni ottiche Sandi Renko rende la percezione da parte del pubblico, di ogni individuo, un elemento imprescindibile, il vero punto focale dell’interpretazione dell’opera. Se nella produzione artistica precedente bastava mutare la propria posizione per cambiare il punto di vista e cogliere nuovi aspetti, nuovi significati, nuove suggestioni per “creare un movimento e mutamento nell’essenza stessa di ciò che stiamo osservando”, ora viene meno la necessità di questo movimento.
Ci interessa perché vogliamo verificare se – per parafrasare il gallerista – la staticità dell’osservatore possa davvero consentire alle immagini di dispiegarsi nella loro intrinseca molteplicità.

Categoria: Arte
Dove: Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 16
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

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Per le altre mostre in corso si rimanda alle puntate precedenti della rubrica Vivere Brescia.