Vivere Brescia #16

Nell’attesa dell’ennesimo cambio di colore, ma soprattutto della riapertura ufficiale dei musei (anche nel fine settimana!), questa edizione di Vivere Brescia si concentra sulle proposte delle gallerie cittadine e su un’iniziativa che permetterà di scoprire non solo opere d’arte, ma sedi inusuali per ammirarle.

Speriamo che questa nostra rubrica possa tornare a cadenza regolare, tutti i venerdì sera, sempre più ricca di segnalazioni e di eventi, segno di una scena artistica viva e vivace, specchio di una città che ha molto da offrire.   

Dal  23/04/2021 al 29/04/2021

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1) I colori dell’India
In mostra una selezione di miniature indiane dalla collezione di Giacomo Mutti, realizzate tra il XVII e il XIX secolo per scoprire una forma d’arte tradizionale, in tutte le sue declinazioni, e viaggiare nello spazio e nel tempo ritornando ai fasti della corte dei Rajput. Se vi incuriosisce la tecnica raffinata e strettamente codificata di applicazione dei colori, abbiamo provato a raccontarla qui.

A noi è piaciuta perché ammettiamolo l’India ci manca. Battute a parte, questa raccolta è davvero interessante perché mette in luce una tradizione artistica poco conosciuta, ma estremamente affascinante, presentandone una panoramica completa, come temi e soggetti principali, creando un racconto per immagini con un ampio orizzonte temporale così da dar conto anche dell’evoluzione dello stile e del gusto.         

Categoria: Arte
Dove: Galleria dell’Incisione, via Bezzecca 4
Cosa: mostra temporanea
Quando: fino al 28 maggio 2021, tutti i giorni escluso il lunedì dalle 17.00 alle 20.00
Come: ingresso libero


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2) Peter Halley. New Paintings
Sulle pareti della galleria spiccano le opere appositamente concepite dal newyorkese Halley, con il suo modulo costante, quadrati e rettangoli su sfondo piatto, che si trasforma in celle di prigioni e condotti che si relazionano tra loro, in un’esplosione di colori a cui si contrappone il senso di oppressione dei circuiti chiusi, l’assenza di percorsi alternativi, l’apparente impossibilità di concepire e integrare forme curve.

A noi è piaciuta perché avvicinandosi ai quadri-scultura si nota come la fissità delle linee, la geometricità statica e minimalista ceda il passo alla conformazione irregolare delle tele, alle diverse texture, alla possibilità di leggere ogni opera non già come ripetizione, ma nella sua interazione con lo spazio e con il resto della produzione artistica esposta.    

Categoria: Arte
Dove: Galleria Massimo Minini, via Apollonio 68
Quando: fino al 30 aprile 2021, negli orari di apertura della galleria
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

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3) Cultura in-attesa
Un progetto indipendente, ideato da Fausto Salvi, nell’inedita veste anche di curatore, nato per una “fruizione sociale dell’arte che, nel rispetto delle restrizioni vigenti, permetta di riscoprirne il valore in presenza, nella calma e nella tranquillità”.  

A noi interessa perché permetterà, nel corso dell’anno, di scoprire nuovi artisti e ritrovarne di già conosciuti, in sedi insolite, da cercare appositamente o in cui imbattersi per caso, in un viaggio tra opere assolutamente diverse per stili, generi e materiali, e per le strade della città trasformata in una galleria a cielo aperto.

Categoria: Arte
Dove: sedi varie
Quando: nel corso del 2021
Cosa: progetto artistico temporaneo
Come: ingresso libero

I colori dell’India. Miniature dalla collezione Mutti

Iniziamo con una premessa. Entrare letteralmente in casa di una gallerista, accolti sempre con una cortesia che qualcuno definirebbe “d’altri tempi”, è un’esperienza già di per sé eccezionale, che però almeno i bresciani hanno la fortuna di poter rivivere visitando le mostre ospitate dalla Galleria dell’Incisione.
Dopo l’omaggio a Romana Loda e l’enigma romantico di Max Klinger, la curiosità dei visitatori questa volta è catturata da una selezione di miniature indiane della collezione di Giacomo Mutti.

Già dalla prima sala si ha l’impressione di entrare in un altro mondo, proprio come quello che si poteva intravedere guardando dalle finestre di uno dei tanti spettacolari palazzi nella terra dei maharaja.

Le opere, raccolte dall’architetto Mutti in circa trent’anni sono miniature, così chiamate non già per le loro dimensioni, seppure spesso contenute, ma per la finezza dei loro dettagli, spesso visibili solo con l’aiuto di una lente di ingrandimento.
Realizzate tra il XVII e il XIX secolo, con tempera o guazzo su carta, queste miniature si inseriscono nella tradizione di corte dei Rajput, una casta guerriera, che regnò in Rajasthan, nel Centro India e sulle colline pre-himalayane dando vita a diverse scuole pittoriche caratterizzate da stili regionali, nel solco se vogliamo dei manoscritti miniati di tradizione religiosa.

Passando da una sala all’altra è possibile notare come le scene dipinte, o forse dovremmo dire narrate, assorbano progressivamente elementi dalla pittura Moghul, diventando più sofisticate dal punto di vista tecnico, senza però mai perdere un carattere profondamente “indiano” nella stilizzazione delle figure e nell’uso dei colori.

Proprio la creazione dei colori costituisce uno degli aspetti fondamentali del processo creativo, così come uno degli elementi per differenziare le varie scuole pittoriche, giacché le materie prime utilizzate assumono sovente un carattere squisitamente regionale (ad esempio per l’uso di fiori tipici solo di una determinata zona geografica).
Dopo aver preparato la carta, secondo la tradizione descritta negli antichi trattati l’artista procedeva innanzitutto a delineare il contorno delle figure in rosso o nero, adottando svariate tecniche, per poi riempirlo con più passate di colore seguendo un ordine strettamente disciplinato: sfondo, corpo, vestiti e altri accessori, e oro o altri ornamenti ove richiesto.
Il passo successivo era la realizzazione delle ombreggiature, preludio alla ripassatura finale del contorno con un pennello così sottile, si dice, da essere talvolta composto da un singolo pelo, mentre l’ultima fase era quella della creazione dei bordi, spesso un’autentica cornice dipinta con innumerevoli particolari.

In mostra è possibile scoprire i principali temi iconografici delle scuole Rajput, partendo dal mondo degli dei con raffigurazioni di divinità maschili e femminili, ispirate tradizione religiosa hindu e dai testi letterari mitologici e poetici in cui ricorre l’elemento dell’unione con il divino, con i sentimenti mai realmente esplicitati, ma piuttosto evocati nel rispetto della rigida codificazione tradizionale…

… per arrivare alla vita di corte con ritratti di sovrani e damigelle, scene di caccia, processioni, assemblee di nobili e cerimonie religiose o semplici momenti della quotidianità, sempre con una buona dose di idealizzazione, soprattutto per quanto riguarda i volti e l’ambientazione, i paesaggi, con una pressoché totale assenza di prospettiva, per quella che non vuole essere una “raffigurazione letterale”, quanto piuttosto una rappresentazione stilizzata o simbolica.

Piè di pagina
Dove: Galleria dell’Incisione, via Bezzecca 4
Quando: fino al 28 maggio 2021, tutti i giorni escluso il lunedì dalle 17.00 alle 20.00
Come: ingresso libero

Vivere Brescia #14

Ritorna, anche se non so per quanto o con che periodicità, “Vivere Brescia”.
In questa nuova edizione non mancano le proposte interessanti, pur se per quanto riguarda i musei per ora necessariamente confinate ai giorni infrasettimanali.
La “fame” d’arte, di bellezza ha certamente raggiunto livelli eccezionali nel corso di questi ultimi mesi, come dimostra la velocità con cui sono andati esauriti i biglietti per visitare la Vittoria Alata nella sua nuova sede, e quindi l’invito è a scoprire nuove gallerie, nuovi artisti, nuove emozioni.

Dal 15/02/2021 al 22/02/2021

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1) Max Klinger. L’enigma romantico
“Poeta figurativo”, “poeta visivo”, artista, per dirla con De Chirico, che “al senso romantico-moderno aggiunge una fantasia di sognatore e di narratore, tenebrosa e infinitamente malinconica”.
Stiamo parlando del grande incisore tedesco Max Klinger a cui la Galleria dell’Incisione ha dedicato una mostra per il centenario della morte.
Come abbiamo raccontato nel post dedicato a noi è piaciuta molto perché, oltre a proporre una panoramica della produzione di Klinger, prendendo le mosse da Un guanto, serie che si pone come una delle prime rappresentazioni del sogno nell’arte, sulle pareti e nelle sale i visitatori partecipano a un dialogo, ricco di suggestioni e rimandi, che vede protagonisti lo stesso incisore e diversi altri incisori, pittori, illustratori e scultori, suoi e nostri contemporanei. Un viaggio, insomma, nello spazio e nel tempo, da Berlino a un mondo fantastico popolato da strane creature…

Categoria: Arte
Dove: Galleria dell’Incisione, via Bezzecca 4
Cosa: mostra temporanea
Quando: fino al 28 febbraio 2021, tutti i giorni escluso il lunedì dalle 17.00 alle 20.00
Come: ingresso libero

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2) Titina Maselli e le città visibili
Immagini di città, di giorno e di notte, ritratti di metropoli e di sportivi resi volutamente irriconoscibili e poi soprattutto giochi di colori vividi – meravigliose tonalità di blu, rossi accesi, gialli acidi e viola graffianti che si mescolano, creando un senso di costante movimento, di fluidità e al contempo di estrema precisione. Intricati segni che si dipanano sulla tela, lasciando talvolta intravedere, talvolta immaginare, altre forme, dettagli, particolare da ricercare ora avvicinandosi ora allontanandosi dalle tele.
Un’esperienza interessante perché appena entrati negli spazi della Galleria Massimo Minini si ha subito l’impressione di essere catapultati in un mondo mobile, quasi come se anche i visitatori si trovassero sulle carrozze del Metrò che, appunto, si avvicinano o si allontanano, a seconda della prospettiva scelta per guardare l’imponente olio su tela composto da otto elementi che domina la prima sala.

Categoria: Arte
Dove: Galleria Massimo Minini, via Apollonio 68
Quando: fino al 20 febbraio 2021, negli orari di apertura della galleria
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

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3) IROS MARPICATI “Inospiti”
Una delle mostre che avremmo voluto visitare prima della chiusura forzata e che ora ha riaperto i battenti presentando alcune delle opere appartenenti al ciclo pittorico più recente dell’artista, in cui geometrie astratte e colori primari creano scenari inospitali o, come li definisce Marpicati, inospiti, in cui la presenza umana, quando presente, è solo una sagoma scura, senza apparente identità, solitaria.
A noi affascina per quel senso di straniamento, di vuoto, di alienazione che sembra essere la cifra distintiva di questa tappa del percorso di Marpicati nella sua elaborazione del senso dello svuotamento esistenziale.

Categoria: Arte
Dove: MO.CA – Centro per le nuove culture, via Moretto 78
Quando: fino al 26 febbraio 2021, dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

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4) Ilaria Vidaletti. Oltre la moda
Al Ma.co.f. va in scena la fotografia di moda nell’interpretazione di Ilaria Vidaletti, con il suo sguardo da dietro le quinte. Non le classifiche fotografie patinate da rivista, quindi, ma un reportage per raccontare ciò che il pubblico normalmente non vede.
Ci interessa perché è un’occasione per scoprire una prospettiva diversa del mondo delle passerelle, dei suoi protagonisti, in un insolito bianco e nero.

Categoria: Fotografia
Dove: Ma.Co.f., Via Moretto 78
Quando: fino al 21 marzo 2021, dal lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle 19.00
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

Max Klinger. L’enigma romantico in mostra a Brescia

“Un guanto precipitò da una mano desiderata
A toccare il pavimento del mondo in una pista affollata.
Un gentiluomo, un infedele lo seguì con lo sguardo.
E stava quasi per raggiungerlo, ma già troppo in ritardo,
E stava quasi per raggiungerlo, ma troppo in ritardo.” (Francesco De Gregori)

Una donna perde un guanto e uno sconosciuto lo raccoglie
Max Klinger, Azione, foglio 2 da “Un Guanto”

Tutto nasce da una locandina che mi incuriosisce o forse dovremmo dire che tutto nasce molto prima, da un guanto, nel lontano 1878 quando Max Klinger realizzò, inizialmente a penna, quello che era destinato a diventare il suo ciclo più famoso, Un guanto appunto, che oggi si può ammirare a Brescia, insieme ad altre opere dello stesso autore e ad alcuni omaggi di artisti coevi e non a colui che Giorgio De Chirico definì “artista moderno per eccellenza”.
Le serie di stampe composta da Klinger è una sorta di partitura, in dieci diversi atti (incisioni) e quale sede migliore per goderne appieno se non le sale della Galleria dell’Incisione, dove l’amore per l’arte, lo si percepisce sin dall’ingresso, va di pari passo con l’amore per la musica, con quei pianoforti che paiono aspettare solo una mano che li suoni, e per il “bello” in tutte le sue espressioni.
La storia di quel guanto perduto o, forse lasciato cadere proprio affinché fosse raccolto, si sviluppa sotto gli occhi del pubblico, come una pièce teatrale.

Simboli che si intrecciano, si svelano e si nascondono in un tratto talvolta deciso, talvolta quasi solo accennato, passando dalla realtà mondana di una pista di pattinaggio a Berlino a una camera da letto in cui le pareti scompaiono per lasciare spazio a un lussureggiante giardino, fino al mare per poi tornare in quella stessa camera da letto che diventa però luogo da incubo, angoscioso, abitato da mostri preistorici.

Animale alato mostruoso ruba il guanto
Max Klinger, Rapimento, foglio 9 da “Un Guanto”

Sublimazioni erotiche e allegorie, visioni oniriche. Arriviamo così, in crescendo, al gran finale, che però lascia aperte tutte le domande.
Si è trattato solo di un sogno da interpretare, magari prendendo a prestito le teorie freudiane con il guanto che da mero feticcio si trasforma in un oggetto animato.
L’artista lascia comunque a ciascuno la scelta se calarsi nella storia nei panni del protagonista o osservarla con distacco dall’esterno, ma anche il compito di risolvere l’enigma e, almeno nel mio caso, il piacere di ritornare sulle singole opere alla ricerca di indizi, per coglierne i più piccoli dettagli.

Il desiderio di avvicinarsi alle opere, per decifrare le atmosfere surreali, inquietanti, a cavallo tra deliri onirici e linguaggio simbolico resta forte di fronte alle tavole che compongono la serie Eva e il futuro – Opus III, sei incisioni a cavallo tra racconto biblico e visioni di un futuro distopico in cui domina la paura.

Primo futuro, foglio 2 da “Eva e il futuro”

Klinger, tuttavia, non fu solo un “poeta figurativo”, come dimostrano le tre tavole intitolate Madre, in acquaforte e acquatinta, dove l’artista racconta una storia vera, un dramma dal tragico epilogo, con il piglio di un cronista di cronaca nera.

L’influenza di Klinger su artisti simbolisti o espressionisti, è nota, così come sul già citato De Chirico e sul movimento surrealista, ma oggi, un secolo dopo la sua morte, la mostra Max Klinger. L’enigma romantico ci ricorda come a Klinger continuino a guardare, per rileggerlo e reinterpretarlo, pittori, illustratori e scultori più vicini a noi, nello spazio e nel tempo.
In questo dialogo, che rappresenta uno dei punti forti dell’interessante e particolare allestimento passiamo così, tra gli altri, dai Guanti abbandonati in ceramica di Livio Scarpella…

Guanto in ceramica
Livio Scarpella, I guanti abbandonati, ceramica 2020

al Guanto gatto di Franco Matticchio.

Guanto su tastiera computer con gatto
Franco Matticchio, Guanto gatto, china su carta, 2020

Piè di pagina
Dove: Galleria dell’Incisione, via Bezzecca 4
Quando: fino al 28 febbraio 2021, tutti i giorni escluso il lunedì dalle 17.00 alle 20.00
Come: ingresso libero
Per approfondire: www.incisione.com/max-klinger-un-guanto; www.incisione.com/opere/max-klinger-eva-e-il-futuro-opus-iii-cartella-completa; Max Klinger “L’incanto della vita. Pensieri sull’arte”*; Catalogo Max Klinger. Ferrara – Palazzo dei Diamanti. 17 marzo 1996 – 16 Giugno 1996*; Graphic Works of Max Klinger (Dover Fine Art, History of Art) (English Edition) in formato Kindle*; “Max Klinger” a cura dell’editore Silvana*.

* indirezionenoncausale partecipa a programmi affiliati. Per gli acquisti fatti tramite i link indicati potrei ricevere una piccola commissione percentuale che non incide sul prezzo pagato.

Vivere Brescia #12

Dal 21/10/2020 al 27/10/2020

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1) + 2) Coazione a mostrare. Omaggio a Romana Loda / “Il volto sinistro dell’arte”. Romana Loda e l’arte delle donne
Un duplice omaggio alla gallerista Romana Loda che prende spunto da due mostre di sole donne da lei organizzate nel 1974 e nel 1977. Sulle pareti i lavori di una selezione di artiste che hanno esposto nelle numerose mostre curate da Loda, in spazi pubblici e privati o nella sua galleria, e che con lei hanno condiviso progetti artistici e spesso esperienze di vita. Ma che soprattutto, come lei, hanno avvertito l’urgenza di impegnarsi fino in fondo nel mondo dell’arte, in un momento storico in cui in Italia essere donna e artista, come confida Ketty La Rocca a Lucy Lippard nel 1975, era ancora “di una difficoltà incredibile”.
A noi sono piaciute perché consentono di approfondire una figura importante per l’arte al femminile in Italia e offrono lo spunto per una riflessione su una tematica, quella dell’identità di genere (non solo nell’arte), ancora di particolare attualità, come abbiamo raccontato qui sul blog.

Categoria: Arte
Dove: Galleria dell’Incisione, via Bezzecca 4 / APALAZZOGALLERY, Piazza Tebaldo Brusato 35
Informazioni pratiche

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3) Inospiti di Iros Marpicati
In mostra alcune delle opere appartenenti al ciclo pittorico più recente dell’artista, in cui geometrie astratte e colori primari creano scenari inospitali o, come li definisce l’artista, inospiti, in cui la presenza umana, quando presente, è solo una sagoma scura, senza apparente identità, solitaria.
A noi affascina per quel senso di straniamento, di vuoto, di alienazione che sembra essere la cifra distintiva di questa tappa del percorso di Marpicati nella sua elaborazione del senso dello svuotamento esistenziale.

Categoria: Arte
Dove: MO.CA – Centro per le nuove culture, via Moretto 78
Quando: fino al 15 novembre 2020, da martedì a domenica dalle 15.00 alle 19.00
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

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4) 15 → The Waiting Hall
Un insieme di opere e pensieri collegati in forma di mostra che tratta le novità dagli atelier e alcune scelte di galleria.
Questa idea presenta una nuova composizione di proposte artistiche che non cercano di stabilire un unico significato ma al contrario, espongono le traiettorie plurali e divergenti degli artisti selezionati nonché le loro capacità uniche di plasmare nuove sensibilità nell’arte contemporanea.
Ci interessa per provare a capire dove sta andando l’arte contemporanea e perché non possiamo non risponde a un “un invito a vivere la situazione di attesa senza angoscia, a rompere i ritmi patologici che bloccano la nostra capacità di godimento estetico e ad entrare in sintonia con la polifonia di colori, significati, linee di fuga e tocchi alternativi che servono per incontrarci”.

Categoria: Arte
Dove: A+B Gallery, Corsetto Sant’Agata 22, scala C primo piano
Quando: fino al 28 novembre 2020, da giovedì a sabato dalle ore 15.00 alle 19.00
Cosa: mostra temporanea
Come: Ingresso libero

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5) Le antenne di Tangeri guardano il mare – Monica Carrera
Il lavoro nasce da una serie di scatti realizzati a Tangeri, città in cui l’artista racconta di essere “rimasta estremamente colpita dalla quantità di gente che semplicemente sosta e guarda il mare”, oltre che dal numero di antenne paraboliche.
Da qui l’ispirazione per questa serie che si articola in 11 collage fotografici, 1 light box e una stampa fotografica cucita.
Questa mostra a noi è piaciuta perché è un’esperienza che, grazie anche alla particolare colonna sonora, coinvolge i visitatori portandoli quasi all’interno delle fotografie, in un viaggio oltre la cornice e gli attuali orizzonti forzatamente ristretti.

Categoria: Arte
Dove: BunkerVik – Il rifugio delle idee, Via Odorici 6/b
Quando: dal 17 al 31 ottobre 2020, da giovedì a domenica dalle ore 16.30 alle 19.00.
Cosa: mostra temporanea
Pagina facebook: @bunkervik 
Come: Ingresso libero

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Per le altre mostre in corso si rimanda alle puntate precedenti della rubrica Vivere Brescia.

Un omaggio a Romana Loda (e l’arte delle donne) a Brescia

Due gallerie bresciane si sono unite in un progetto, un duplice omaggio a Romana Loda e al suo lavoro di gallerista, di promotrice dell’arte al femminile, che consente di ripercorrerne l’operato e al contempo di entrare in due spazi espositivi molto diversi, la Galleria dell’incisione e APALAZZOGALLERY. Spazi diversi, dicevo, ma accomunati dalla cortesia di chi accoglie i visitatori, dalla voglia di raccontare le mostre in corso e dai moltissimi libri che occupano le pareti, invadono angoli e nicchie.
Da una bella dimora (con un ancor più bel giardino) alle sale di un palazzo nobiliare, entrambe le sedi valgono una visita, anche solo per scoprire l’universo delle gallerie d’arte bresciane in tutte le sue declinazioni.

“Coazione a mostrare” è il titolo della mostra ospitata alla Galleria dell’incisione, riprendendo quello che fu il titolo della prima mostra pubblica di sole artiste organizzata Erbusco (BS) nel 1974, una “mostra di donne” come ebbe a scrivere la stessa Loda, in cui è chiara la volontà di proporre stili e linguaggi diversi, molteplici tendenze, esperienze artistiche nazionali e internazionali, in quella che non voleva esaurirsi nella facile etichetta di una mostra femminista.
Una mostra, ieri come oggi, che spinge a riflettere sul ruolo della donna nell’arte, sulla sua marginalizzazione, in maniera pacata, senza estremismi, senza radicalizzazioni dell’eterna questione che contrappone l’elemento maschile a quello femminile all’interno della società.

Tra le opere delle compagne di avventura di Romana Loda, alcune più datate altre più recenti, non posso non citare Poetry, (1992), un collage su cartoncino di Lucia Marcucci e Alfabeto officinale di Tomaso Binga, al secolo Bianca Pucciarelli, protagonista della sfilata autunno/inverno 2019-2020 di Dior, ma soprattutto Dieta (1994), in cui emerge l’ironia come chiave di lettura di quella che è un’autentica poesia per immagini. Sulla parete si sviluppa una scrittura verbo-visiva, frutto di un interessante lavoro di ricerca sulla parola come strumento per definire la propria identità di genere.

La ricerca della poesia visiva continua anche nella seconda tappa di questo viaggio , come dimostra un altro collage su cartoncino di Lucia Marcucci, In fuga (1964). “Volto sinistro dell’arte”, titolo della mostra di APALAZZOGALLERY e di un’altra mostra di donne organizzata da Romana Loda nel 1977 a Firenze che vedrà coinvolte alcune delle principali esponenti della neoavanguardia italiana e che segnerà l’inizio della fine del percorso di Romana Loda come organizzatrice di mostre esclusivamente al femminile, ma non del suoi impegno a promuovere le singole artiste.

L’idea di fondo ancora una volta è quella di sovvertire pregiudizi e combattere stereotipi, come quello che riconduce il femminile alla sfera sinistra del corpo, troppo spesso utilizzato per l’interpretazione critica delle opere. La posizione della gallerista diventa più decisa, più “schierata”, senza tuttavia mai diventare palesemente militante, ma non bisogna mai dimenticare come le scelte curatoriali siano anche specchio e frutto dei tempi e, pertanto, debbano essere lette in chiave storica e non meramente filtrate dall’ottica, dal vissuto e dal bagaglio culturale di spettatori degli anni Duemila.

Per concludere non mi resta che consigliare una visita alle due gallerie – e una lettura del bel catalogo, con testi di Raffaella Perna – a chiunque voglia approfondire un punto di vista, originale per la sua epoca, sull’identità di genere nell’arte o per chi voglia scoprire o riscoprire la storia di Romana Loda, così fortemente intrecciata con il tessuto di Brescia, e delle “sue” artiste.

Piè di pagina
Dove: Galleria dell’Incisione, via Bezzecca 4
Quando: dal 3 ottobre al 25 novembre 2020, tutti i giorni escluso il lunedì dalle 17.00 alle 20.00
Come: ingresso libero
Dove: APALAZZOGALLERY, Piazza Tebaldo Brusato 35
Quando: dal 3 ottobre al 30 novembre 2020, da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle 18.00.
Come: ingresso libero

Vivere Brescia #10

Dopo la Notte della Cultura di sabato, accolta con grande interesse dal pubblico, la scena culturale di Brescia presenta diverse nuove proposte interessanti, in sedi note e, magari, meno note e con un’offerta variegata, sia in termini di linguaggi e generi che di epoche in mostra. Pronti?

Dal 7/10/2020 al 13/10/2020

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1) RAFFAELLO. L’invenzione del divino pittore
Nell’ambito delle manifestazioni per il cinquecentenario anche Brescia celebra Raffaello, con una mostra in Santa Giulia che presenta una collezione di stampe d’après Raffaello, realizzate in Italia e in Europa dall’inizio del Cinquecento alla metà dell’Ottocento, insieme a una scelta di dipinti e oggetti d’arte. Volendo la visita si completa con un itinerario in città tra la Pinacoteca Tosio Martinengo, che custodisce due opere di Raffaello, e l’Ateneo di Brescia – Accademia di Scienze Lettere e Arti, che per l’occasione espone una serie di stampe raffaellesche di grande formato.
Interessante perché la mostra si concentra sull’aspetto del collezionismo e della creazione della leggenda riportando Brescia, come già in passato, al suo ruolo di nodo della rete di relazioni e influenze che determinarono un rinnovamento romantico del mito di Raffaello.

Categoria: Arte
Dove: Museo di Santa Giulia, via dei Musei 81
Quando: dal 2 ottobre 2020 al 10 gennaio 2021, martedì – domenica: 10:00-18:00. Chiuso il lunedì
Cosa: mostra temporanea
Come: Ingresso 8 euro. L’accesso della mostra in Santa Giulia avviene su base libera in relazione all’orario di arrivo e nel limite della capienza massima consentita dalle normative. Il biglietto di accesso alla mostra dà diritto all’ingresso in Pinacoteca Tosio Martinengo secondo le modalità di accesso in vigore ed è utilizzabile fino al termine alla mostra.

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2) Coazione a mostrare. Omaggio a Romana Loda
Un omaggio alla gallerista Romana Loda che prende spunto da “Coazione a mostrare”, la prima mostra di sole donne da lei organizzata 1974.
Sulle pareti i lavori di una selezione di artiste “che hanno esposto nelle numerose mostre curate da Loda, in spazi pubblici e privati o nella sua galleria, e che con lei hanno condiviso progetti artistici e spesso esperienze di vita. Ma che soprattutto, come lei, hanno avvertito l’urgenza di impegnarsi fino in fondo nel mondo dell’arte, in un momento storico in cui in Italia essere donna e artista, come confida Ketty La Rocca a Lucy Lippard nel 1975, era ancora «di una difficoltà incredibile»”.
Ci interessa perché offre l’occasione di analizzare il ruolo della donna nella scena artistica italiana, ieri e oggi.

Categoria: Arte
Dove: Galleria dell’Incisione, via Bezzecca 4
Quando: dal 3 ottobre al 25 novembre 2020, tutti i giorni escluso il lunedì dalle 17.00 alle 20.00
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

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3) “Il volto sinistro dell’arte”. Romana Loda e l’arte delle donne
Ancora alla gallerista Romana Loda e alla sua attività pionieristica di valorizzazione dell’arte femminile è dedicata la proposta di APalazzoGallery.
Il punto di inizio è sempre una mostra curata dalla gallerista scomparsa circa 10 anni fa, “Il volto sinistro dell’arte” (1977) in cui era presentato il lavoro di sedici artiste, italiane o residenti in Italia, attive in diversi ambiti di ricerca.
Ci incuriosisce perché consente di approfondire una figura che è stata un punto di riferimento culturale fondamentale sul territorio bresciano per un’intera generazione di artiste.

Categoria: Arte
Dove: APALAZZOGALLERY, Piazza Tebaldo Brusato 35
Quando: dal 3 ottobre al 30 novembre 2020, da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle 18.00.
Cosa: mostra temporanea
Come: ingresso libero

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Per le altre mostre in corso si rimanda alle puntate precedenti della rubrica Vivere Brescia.