Thailandia: Loi Krathong a Chiang Mai

In un mio post precedente, dedicato al mercato dei fiori di Bangkok accennavo a un sogno finalmente realizzato nell’autunno del 2017: assistere al Loi Krathong in Thailandia.
Dopo un primo assaggio del clima della “vigilia del dì di festa” nella capitale, con un breve volo raggiungiamo Chiang Mai, la città dove questa ricorrenza coincide con lo Yee Peng, il Festival delle Lanterne, e siamo subito travolti da quel senso di attesa impaziente che precede l’inizio delle celebrazioni che seguiremo per tutti i tre giorni.

Il Loi Krathong, culmina nella notte della luna piena del dodicesimo mese del calendario lunare thailandese (generalmente novembre). Si comincia il primo giorno, dopo il calar del sole, con il sermone di benedizione, uno spettacolo che vede la partecipazione di centinaia di danzatrici in costumi tradizionali e l’accensione delle lanterne, resa ancora più suggestiva dal buio che circonda la piazza attorno al Monumento ai Tre Re, che pare volersi fare più profondo e inghiottire ogni altra fonte di luce diversa dalle innumerevoli candele.

Rientrando verso l’albergo costeggiamo il fossato che corre lungo le antiche mura perimetrali e iniziamo a vedere i primi cesti, i krathong appunto, che scivolano sull’acqua e che diventeranno centinaia, migliaia lungo il fiume Ping la sera seguente. Si percepisce subito che, nonostante i numerosi turisti giunti da tutto il mondo, la festa è ancora estremamente sentita, “popolare”, un momento di preghiera e riconoscenza, in cui le famiglie si riuniscono per lasciarsi alle spalle il passato e aprirsi al futuro, con un auspicio di prosperità. Il rito ha una forte componente spirituale, di purificazione e si presta a molteplici chiavi di lettura, una fra tutte che le candele omaggiano il Buddha, mentre i cesti rappresentano i peccati e la rabbia che si allontanano con il movimento delle acque, liberando i fedeli da tutta la negatività, mentre secondo altri l’intera festa è un omaggio alla dea dell’acqua o un modo per mostrare rispetto alle divinità Vishnu, Shiva e Brahma.

I krathong, lo scopriremo meglio alla luce del sole la mattina successiva, sono realizzati nelle forme e con i materiali più disparati, dal bamboo al rattan, dalle foglie di cocco fino ai coni del gelato, ornati con fiori, cibo, bambole e monete, bastoncini di incenso che profumano l’aria e, ovviamente, l’immancabile candela.

Ed è già il tramonto, lungo le rive del fiume diventa difficile accaparrarsi un posto in prima fila (noi divideremo il nostro spazio con una simpatica coppia di giapponesi) abbastanza vicino al Nawarat Bridge da permettere di godere anche lo spettacolo del lancio delle lanterne che si librano nell’aria scatenando l’entusiasmo del pubblico o si inabissano tristemente nell’acqua accompagnate dalle interiezioni di sconforto di ogni singolo spettatore che diviene parte, protagonista dello spettacolo stesso. Il rito è autenticamente collettivo.
Luci in alto e luci in basso, che seguono la corrente – nella credenza popolare più il cesto si allontanerà dalla riva e più la sua luce continuerà a brillare nella notte, tanto più l’anno futuro sarà ricco di gioie e fortuna, – che si incastrano tra i rami e le radici e vengono subito liberate da un manipolo di coraggiosi che si immerge nelle acque scure, riaccende le candele spente e riconsegna i krathong al loro destino.

Ci muoviamo a fatica tra la folla raccolta sul ponte per rientrare verso il centro, passando dai vari templi in cui i festeggiamenti proseguono in compagnia dei monaci, con le lanterne che si alzano a tingere il cielo di oro e rosso, quasi a voler toccare le stelle. Ed è proprio nel sorriso di un monaco che si riflette tutta la dolcezza del popolo thai, la bellezza delle sue tradizioni.

Percorriamo chilometri a piedi, cercando di non perderci neppure un istante, un frammento di questa irripetibile esperienza.

L’ultima giornata a Chiang Mai è dedicata alla visita di un progetto solidale, prima di immergerci per l’ultima volta nel cuore della festa, ammirando la parata del Loi Krathong direttamente sulla strada e poi dai tavoli di una “trattoria” in cui gustiamo un ottimo curry accompagnato dai suoni, dalle luci e dai colori dei carri.
Per molti il festival finisce qui, mentre per noi continuerà ancora in una nuova destinazione… ma questa è un’altra storia, o meglio un altro post.

Piè di pagina
Dove: Chiang Mai, Thailandia
Quando: generalmente nel mese di novembre, la data esatta varia di anno in anno
Informazioni per i viaggiatori: https://www.chiangmaitraveller.com/

Bangkok – Mercato dei fiori

L’anno scorso, proprio il 1° novembre, iniziava a Bangkok un viaggio sognato da anni.
Ma di questo sogno racconterò in un altro posto.
Qui voglio portarvi in uno dei miei “luoghi del cuore” nella capitale thailandese, dove torno ogni volta per scoprirlo nuovo, diverso, eppure ormai così familiare.

Il mercato dei fiori (Pak Khlong Talat) è indicato nelle guide come una tappa irrinunciabile, soprattutto di notte, quando il brulicare di attività si mantiene su ritmi frenetici, in contrasto con la calma che regna tutto attorno. Ma è indiscutibile che sia un’esperienza indimenticabile vivere il mercato la mattina presto, quando arrivano i rifornimenti e l’atmosfera diventa a dir poco caotica, con grossisti e dettaglianti, carretti, mezzi di trasporto più disparati, venditori di ghiaccio, tutti in uno stato di moto perpetuo.

Spostandosi tra l’intricata mappa dei banchi, si è avvolti, anzi quasi sopraffatti, dal profumo intenso delle spezie che occupano un’intera sezione e dei fiori che si mescola a quello degli immancabili bastoncini di incenso, l’occhio cade su frutti esotici e verdure dai colori brillanti, ma ciò che colpisce è il tripudio di fiori, dai più umili ai più rari, dai più anonimi ai più sgargianti, quasi finti nella loro perfezione.
Personalmente non amo i fiori recisi, li trovo in qualche modo tristi, destinati come sono a una vita brevissima prima di appassire, ma qui riesco ad ammirarli, a riconoscerli come uno degli elementi caratterizzanti della variopinta cultura thai.

Così come non si può non ammirare la velocità e la precisione delle mani di uomini e donne che creano composizioni e corone, che intrecciano la phuang malai, onnipresente ghirlanda tradizionale che adorna templi e statue, ma anche gli specchietti di macchine e taxi, come un autentico portafortuna la cui realizzazione è frutto di un’arte antica, di gesti precisi ripetuti all’infinito. Ne esistono numerose varianti, sia per forma che per i fiori utilizzati secondo le stagioni, ma per me il collegamento immediato è con le montagne di gelsomini che vengono composti in trecce o catene.
Questa volta, però, sulle bancarelle dominano i petali di loto e le foglie di banano e il motivo lo scopriremo nei giorni successivi, girovagando per le vie della metropoli che si veste a festa e si prepara a celebrare il Loi Krathong.

Dove: Chakkraphet Rd, Khwaeng Wang Burapha Phirom, Khet Phra Nakhon, Krung Thep Maha Nakhon 10200, Thailandia
Quando: ogni giorno, tutto l’anno, praticamente 24 ore su 24
Come arrivare: in tuk tuk, traghetto (fino al molo Memorial Bridge) oppure a piedi dal Palazzo Reale camminando per circa 1 chilometro.
Guide: Bangkok edizione Lonely Planet, aggiornata al 2018 e in versione tascabile.