Riflessioni – Il turismo responsabile: RAM Viaggi (parte I)

Porta itineris dicitur longissima esse

Dieci anni fa abbiamo scelto consapevolmente un modo diverso di scoprire il mondo, di viaggiare, che ci permettesse di vivere i luoghi, le diverse realtà in maniera meno frettolosa, meno superficiale, senza sentirci come se stessimo soltanto piantando una bandierina sul planisfero.
Dieci anni fa abbiamo deciso di superare un po’ di timore e molti preconcetti e di provare un’esperienza di quel turismo responsabile di cui tanto avevamo letto.
Oggi non credo che potremmo “tornare indietro” al tradizionale concetto di viaggio organizzato, ancorché di scoperta, rinunciando a quegli elementi che sono diventati una componente intrinseca del nostro modo di trascorrere le vacanze, ad approfondire il rapporto con i territori e le persone che li abitano, senza dimenticare che ogni nostro singolo gesto, come turisti, oltre che come ospiti della Terra, si inserisce sempre in un quadro molto più ampio, senza mai poter essere completamente neutro, privo di conseguenze.
Ma cosa è il turismo responsabile, quali sono le sue caratteristiche imprescindibili? Il collettivo indirezionenoncasuale ha chiesto una definizione a Renzo Garrone, direttore di RAM Viaggi, uno dei primi operatori in Italia a scegliere i viaggi responsabili come propria cifra sia stilistica che di contenuto, fondatore di AITR, Associazione Italiana Turismo Responsabile, e autore di reportage di viaggi vicini e lontani, ma soprattutto su ambienti, culture e persone diverse.

D. Renzo, innanzitutto ci riassumi la storia di RAM Viaggi che è legata a doppio filo proprio all’idea di turismo responsabile prima di proporci la tua definizione?
R. Innanzitutto RAM Viaggi fa parte di RAM, un gruppo di persone che si occupa da oltre 30 anni di commercio equo, di turismo responsabile, di cultura (editoria, eventi pubblici) e formazione. Siamo focalizzati, e nei decenni ci siamo specializzati, su tematiche asiatiche.
L’attività dei viaggi è cominciata nel 1991, sotto l’ombrello di Associazione RAM, a beneficio dei soci.
Successivamente, per un inquadramento adeguato sia sul piano giuridico che fiscale, fu necessario scorporare i viaggi dal resto dell’attività. Siamo diventati un Tour Operator dal luglio 2005. RAM Viaggi è una SRL, mentre l’importazione + rivendita di prodotti provenienti da piccole aziende asiatiche, oltre all’editoria specifica e ai frequenti eventi culturali, resta sotto l’ombrello di Associazione RAM. Il gruppo d’altra parte esiste fin dal 1988 e fu la primissima realtà in Italia ad organizzare viaggi di questo genere. Nel 1991, né il fenomeno né il movimento del “turismo responsabile” esistevano ancora, noi però parlavamo già di turismo d’incontro. Proponemmo Nepal e India centrale, quell’estate.
Da allora siamo cresciuti, abbiamo fatto i nostri investimenti, camminato insieme a molti altri compagni di strada. Siamo tra i fondatori di AITR, l’Associazione Italiana Turismo Responsabile, di cui fummo tra i principali ispiratori attraverso gli anni Novanta.
Sul piano dell’organizzazione dei viaggi, c’è stata una messa a fuoco dell’operatività, uno specializzarsi graduale. La nostra scelta, fin dall’inizio, è stata limitarsi alle destinazioni asiatiche: la regione indiana, quella tibetana ed il sudestasiatico rappresentano il cuore dell’attività; successivamente abbiamo introdotto il Medio Oriente. Avevamo anche viaggi in Siria prima della guerra, e in Turchia prima di Erdogan. Operiamo in Iran dal 2014 e in Oman dal 2017. Stiamo introducendo il Giappone. Poi c’è Cuba, dove mandiamo turisti da sempre (la cosa è legata a un antico socio RAM della prima ora, titolare della destinazione). Mentre in Africa ci limitiamo all’eccezione Capo Verde, dall’estate 2012. In Italia ci concentriamo su soggiorni ed escursioni “d’autore” soprattutto in Liguria, il nostro territorio. Il motivo è specifico: siamo una piccola realtà che cerca di offrire ai clienti prestazioni di alta qualità, quantomeno sul piano della conoscenza dei luoghi che si visitano, sia sotto il profilo logistico che sul piano culturale. In più, rispetto a tutti gli altri operatori, anche sotto il profilo del contatto umano nelle varie destinazioni (ma anche dentro i gruppi che si creano). In sostanza, cerchiamo di fare in modo che tutti i viaggi siano legati a qualche storia specifica, significativa: quella dei nostri partners, quelle di orientamento sociale che caratterizzano tutti i nostri tours.
Mi chiedi una definizione di Turismo Responsabile: è difficile riassumere in poche righe un concetto molto complesso. AITR a Cervia, nell’ottobre 2005, varò la propria, che votammo anche noi pur trovandola non esaustiva. Essa recita: Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori.
Quel che devo aggiungere, dopo anni di pratica, è che non è possibile parlare di forme di turismo veramente responsabile, che siano realtà e non vuoti pronunciamenti o velleitarie asserzioni, se non sono coinvolti con sincera dedizione un po’ tutti gli attori, i protagonisti degli eventi che vanno in scena in viaggio, cioè sia gli ospiti che gli ospitanti; affinché ciò accada l’incontro è l’unico strumento valido, quello che può rendere l’occasione memorabile, che può far divertire, scaldare i cuori da ambo le parti. Ma più in generale, uscendo dalla singola esperienza, sul piano sociologico e politico, coinvolti nella stessa logica devono essere gli amministratori del territorio, i residenti o almeno una quota significativa tra costoro. Per brevità mi limito a fare un esempio: uno dei principi del TR è il rispetto dell’ambiente. Ma laddove localmente non esistono raccolta differenziata, cestini dei rifiuti, per non parlare di politiche effettive di risparmio energetico a tutti i livelli, come possono il singolo turista, e a maggior ragione i gruppi, comportarsi responsabilmente?
Per tornare al nostro modo di lavorare, per i viaggi di gruppo utilizziamo una squadra di accompagnatori, una decina, molti dei quali collaborano con noi da anni, che RAM forma appositamente quali mediatori culturali, secondo il nostro specifico stile. I nostri sono, sempre, viaggi in mezzo alla gente. L’accompagnatore italiano, solitamente insieme alla presenza di guide locali selezionate in anni di lavoro, costituisce il trait d’union fondamentale dell’esercizio.
Rispetto agli inizi, abbiamo diversificato l’offerta: oltre ai classici viaggi di gruppo con accompagnatore italiano, che restano centrati sull’incontro (il nostro marchio di fabbrica) oggi offriamo viaggi con la formula “in autonomia”, ossia su misura: uno sceglie date e destinazione, noi tracciamo un itinerario personalizzato, prenotiamo i voli e le sistemazioni, e rendiamo possibili le visite ad alcuni progetti di orientamento sociale. Il tutto mettendo a disposizione alcuni nostri referenti locali – per il tempo che si desidera. Si tratta di una scelta adeguata per chi se la senta di viaggiare per conto proprio, dato in questa formula non c’è mediatore culturale italiano ma solo le guide del posto: è fondamentale che almeno uno dei viaggiatori conosca la lingua straniera di riferimento in modo accettabile, poiché i referenti locali parlano solo inglese (o spagnolo nel caso di Cuba). Per i viaggi in autonomia inoltre, diventa fondamentale la riunione preparatoria, perché in essa – che si fa peraltro anche prima di tutti i viaggi di gruppo – vengono spiegate nel dettaglio le situazioni che abbiamo anzitempo prenotato. Possiamo farlo per via della passione che ha generato una competenza adeguata in determinati territori, siamo degli artigiani della logistica. Ancoriamo inoltre l’esperienza all’incontro con persone del luogo che ci danno garanzie sullo “spirito” giusto. In definitiva vendiamo solo ciò che conosciamo, cioè un numero limitato di destinazioni. Ma mi sembra chiaro che non potremmo operare in questo modo se volessimo, come fan tutti, coprire l’intero globo terracqueo. Accanto ai viaggi, a RAM si lavora in termini di cultura. L’organizzazione dei viaggi è divisa da un’attività che spesso i viaggi li critica, li discute, li esamina. L’editoria ne è stato per anni il risultato essenziale. Il volume Turismo Responsabile (ultima edizione 2007) ha portato in Italia questa riflessione, dando il la al movimento successivamente federatosi in AITR. RAM ha prodotto/produce anche una collana di libri fotografici, a metà tra il reportage e l’indagine (Lavoro e Diritti/Local Arts) in cui si esaminano le economie di base di vari paesi asiatici. È online dall’aprile 2018 il blog renzogarrone.com.

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Per approfondire: Il viaggio e l’incontro. Che cos’è il turismo responsabile* ed. Altraeconomia; Cultura della responsabilità e sviluppo locale. La società globale e le comunità responsabili del turismo e del cibo*, ed. FrancoAngeli; Il turismo sostenibile*, ed Giappichelli e tutti i libri di Renzo Garrone acquistabili su https://renzogarrone.com/index.php/libri

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