Tour della Valle d’Aosta con mezzi pubblici: due escursioni da Bard

Quella che nei piani si preannunciava come giornata “tranquilla”, di decompressione, dedicata all’esplorazione dei dintorni di Bard, senza prendere mezzi pubblici, ma lasciandosi solo trasportare dai piedi, si è conclusa con il contapassi fermo a 12,8 chilometri percorsi e “45 piani saliti” e ci ha regalato una passeggiata magnifica, immersi nella natura, in assoluta solitudine.

La mattinata decidiamo di dedicarla al tratto terminale della valle dell’Ayasse, a monte di Hône, il paese che si trova di fronte a Bard a cui è collegato da un ponte in pietra sulla Dora. Di questo itinerario, una parte di quel sentiero degli orridi che si snoda fino a Pontboset, Champorcher e Fontainemore, avevamo visto alcune foto in rete e ci aveva subito affascinato. Le indicazioni da seguire sono quelle per le “Tre Goye di Hône”.

Attraversiamo quindi il ponte di buon mattino e ci dirigiamo verso il municipio e da lì lungo la strada che porta all’area camper (dove si trova anche uno degli hot spot per accedere a Internet) che ci lasceremo sulla destra, come il torrente, per imboccare la strada asfaltata in salita da seguire fino a quando non si raggiunge uno spiazzo erboso con il cartello segnavia.
A questo punto si deve attraversare una passerella in metallo che porta sull’altra riva della forra, quasi come una porta su un altro mondo, più fresco e silenzioso, che ci fa sentire un po’ come degli autentici esploratori.

Il sentiero, che risale il torrente è percorribile in assoluta sicurezza, è classificato come T e presenta un dislivello di circa 95 metri, e permette di ammirare dall’alto gli orridi dell’Ayasse, le gole con le goye (vasche e pozze nella lingua locale) offrendo molteplici punti panoramici per scattare innumerevoli foto.
I tratti più esposti della via sono tutti dotati di corrimano e sono state inserite delle staffe nella roccia per aiutare nei punti più impervi.

Sono stati anche posizionati dei cartelli che illustrano la flora e la fauna, nonché le caratteristiche morfologiche e geologiche delle tre goye scavate nella roccia del letto del torrente dal flusso dell’acqua, con tutto il corredo di canalette e cascatelle, denominate, dal basso verso l’alto, Goille de Valieta, Goille de la Teua (Teua equivale a “marmitta”, “roccia scavata”) e Goille dou Breh (il breh è la denominazione, nel patois di Hône, della culla).

Nel complesso una bellissima passeggiata, non particolarmente impegnativa. Noi, fermandoci spesso a godere del paesaggio e della pace assoluta, abbiamo impiegato circa 45 minuti per arrivare a destinazione e, dopo un cambio di obiettivo, altrettanti per ritornare al punto di partenza.

Per pranzo ci premiamo con una sosta al rinomato Bistrot Ad Gallias (cibo buono, ma servizio decisamente migliorabile) e dopo aver riempito la borraccia siamo pronti a una nuova avventura, alla ricerca delle vestigia romane nel territorio del Comune di Donnas.
Anche in questo caso la passeggiata, che si snoda lungo tutta via Vittorio Emanuele II, è classificata come T.
Al momento, a causa del rischio di frane si è costretti a percorrere una variante di cui va segnalata solo una ripida discesa – che al ritorno diventerà una altrettanto ripida salita – all’uscita del nucleo abitato di Bard. In ogni caso la fatica è breve e ben ripagata e già dimenticata quando si raggiunge l’ultima porzione rimasta della Via delle Gallie, la prima opera pubblica che i Romani realizzarono in Valle d’Aosta nel I secolo a.C., con il celeberrimo arco scavato nella roccia e l’antica pietra miliare che segna esattamente il XXXVI miglio di distanza da Aosta.

Il percorso a piedi è assolutamente sicuro visto che nel segmento che costeggia la statale SS 26 è stato realizzato un apposito camminamento e non presenta particolari difficoltà.
Consigliamo di non fermarsi all’arco prima di ritornare sui propri passi lungo la Via Francigena, ma di proseguire con una breve passeggiata nel borgo medievale di Donnas, praticamente un paese fantasma ma non privo di fascino, con finestre del ‘500, portali in noce e affreschi.

 

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