Colonna sonora: (io avrei scelto il Primo movimento, Concerto brandeburghese no. 2 in Fa), ma per fedeltà al testo teatrale diciamo Johnny B. Goode di Chuck Berry.
Una delle caratteristiche più spiccate del Festival Wonderland è senz’altro quella di promuovere un teatro immersivo, l’altra, che credo ciascuno viva più soggettivamente, è quella di riuscire a creare una sorta di comunità attorno ad ogni spettacolo, che si ritrova prima che si alzi il sipario, in cui gli sconosciuti seduti nelle poltrone accanto non sono estranei, ma quasi complici in una sorta di rito collettivo.
Ecco proprio quest’ultimo elemento pensavo sarebbe stato impossibile da ricreare a distanza, quel senso di curiosa aspettativa che precede la prima battuta.
Invece, grazie anche a una buona strategia di comunicazione, l’impressione è stata davvero quella di vivere “una sera a teatro”, complice anche quel manuale di volo che segna l’inizio di un vero e proprio conto alla rovescia.
Ma andiamo con ordine.
Quali sono gli ingredienti della performance che ci propone Teodoro Bonci del Bene?
Innanzitutto un falso storico, il celebre Voyager Golden Record è tornato sulla terra, ma nessuno riconosce il suo contenuto.
E poi le voci.
Voci che raccontano storie diverse che si mescolano, sovrapponendo passato e presente, fantasia e realtà, i confini dell’impossibile e quelli delle mura domestiche, voci che ci guidano in uno strano viaggio, che ci spingono verso orizzonti lontani e sconosciuti e ci ancorano al contempo al qui e all’adesso.
L’espediente del gesto ripetuto, la pratica del respiro.
Poi ancora una finestra da cui volare via, un’amaca fatta di nuvole, il sogno di un bambino e i racconti di un anziano, e, soprattutto, un’astronave, l’Astronave Italia, a cui ognuno degli spettatori – o forse sarebbe più corretto dire degli ascoltatori – darà fisicamente forma e significato.

La mia di astronave è proprio bruttina, a testimonianza che disegno non è mai stata la mia materia. Al tratto della matita ho sempre preferito la parola, ma mi fermo qui. Non racconterò nulla di più, per lasciare a chiunque leggerà queste righe e salirà sull’astronave la sorpresa di non sapere dove, dopo aver chiuso gli occhi, sarà trasportato da questa meditazione teatrale. Anche se ho l’impressione che, in fondo in fondo, nessuno arriverà esattamente nello stesso luogo, nello stesso spazio, nello stesso istante.
Nonostante tutto, ancora una volta, Festival Wonderland è riuscito a stupire e convincere, a offrire al suo pubblico (che spero sarà ancora più numeroso del solito, anzi perché non approfittare della possibilità di regalare una serata diversa anche agli amici per forza di cose lontani?) un assaggio di quell’appuntamento che, anno dopo anno, per molti è diventato imperdibile.
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Astronave Italia. Meditazione teatrale
Regia e drammaturgia di Teodoro Bonci del Bene
Voci di Teodoro Bonci del Bene, Carolina Cangini, Jacopo Trebbi
Produzione Babilonia Teatri
Musiche di Lorenzo Scuda
Dove: A casa propria
Biglietti