Write Your Era. Air Daryal in mostra a Palazzolo sull’Oglio

Air Daryal, Destinies

Arte atemporale.
Quando ho letto questa definizione accostata a una mostra organizzata da Galleria Univocal mi sono immediatamente incuriosita. Quell’alfa privativo, insomma, mi ha catturato, portandomi dritta nell’universo creativo di Air Daryal, un’artista di cui avevo sentito parlare, soprattutto dopo che alcune delle sue opere sono apparse in The Burnt Orange Heresy di Giuseppe Capotondi, pellicola presentata fuori concorso alla Biennale del Cinema di Venezia nel 2019 e che ha segnato il ritorno di Mick Jagger sul grande schermo.

Non che il concetto di atemporalità nella pittura sia nuovo, ma trovo sempre particolarmente interessanti le riflessioni artistiche sul tempo, sul suo scorrere, sulla sua circolarità e, in alcuni casi, sulla sua assenza, o meglio sulla sua scomparsa. E ancora non che il tempo non sia un elemento essenziale nella produzione di Air Daryal, solo che, credo, sia diversa la sua scansione. Il tempo lo si percepisce scorrere sin dai titoli di alcune opere, come nel caso del ciclo dedicato alle sfingi, identificate con numeri romani progressivi.

Air Daryal, Sphinx III

Una scelta che trova radici nella storiografia e insieme marca uno stacco dalla contemporaneità, riportando alla dicotomia presente-passato (permanente).
Questa stessa dicotomia la si percepisce profondamente nella serie dedicata alle città.
A uno sguardo attento le immagini metropolitane, superato quel vago straniamento provocato dai colori freddi, dall’effetto quasi bagnato delle tele, emergono immagini che richiamano alla classicità, obelischi e colonnati si nascondono tra le auto.

Air Daryal, Civitas

Questo è in assoluto il mio ciclo preferito, in termini di accostamenti cromatici e di uso della luce, gli olii su tela creano un’atmosfera onirica, in cui i confini e i tratti perdono di definizione, e proprio per questo loro farsi meno netti spingono ad avvicinarsi ai quadri, ad apprezzarne appieno la tecnica mista, la materialità delle pennellate, le sovrapposizioni, gli elementi inseriti – non corpi estranei, ma frammenti del racconto per immagini.
Sono città che vivono di contrasti, con l’essere umano sempre ben presente, potremmo dire con la sua impronta nella trasformazione degli spazi, eppure marcatamente assente.
Sono altri gli esseri viventi a dominare la scena, con l’uomo quasi sempre solo memoria di ciò che è stato, raffigurazione scultorea, fisso in contrapposizione alla vitalità di un cavallo, alla potenza delle tigri.

La mostra, in calendario fino alla metà di maggio, offre una panoramica sulla recente produzione artistica di Air Daryal, consentendo ai visitatori di cogliere gli aspetti fondamentali del suo percorso e della sua poetica, di immergersi in un mondo visionario e mitologico, arcano, intriso di simboli da decifrare, di particolari da scoprire, di direzioni da interpretare. Un’ottima occasione, quindi, per ammirare i lavori di un’artista interessante, lasciandosi guidare tra le sale più dal proprio istinto e dalla propria curiosità, che da un rigido percorso cronologico o tematico.

Air Daryal, Write Your Era

Il flusso culmina nell’opera inedita che ha dato il titolo all’intera personale. Write Your Era, un invito, o forse un imperativo, a diventare padroni del tempo, artefici del proprio destino, in un momento storico che ha chiesto a tutti di ripensare i cardini del nostro essere, tempo e spazio appunto.
Tornano alcuni dei temi distintivi di Air Daryal, le tigri in primis, così come il costante richiamo a quell’andare oltre, oltre la visione, oltre al soggetto, oltre ai colori, a scegliere la propria chiave interpretativa superando, come ben sintetizza la curatrice, Elisabetta Roncati, “gli elementi che l’occhio umano riconosce” perché “qualcosa sfugge. La vista si perde nei dettagli […] La mente girovaga cercando un punto di fuga che non riesce a individuare. La soluzione è dunque una sola: costruire la propria narrazione, proiettare nella tela il proprio vissuto, anche circostanziale, fabbricare il proprio racconto”.
Alla luce di questa riflessione acquista ancora maggior significato la scelta di lasciare come ultima immagine del catalogo quest’opera. Il cerchio (per ora) si è chiuso, o forse siamo tornati all’origine di un nuovo anello di una catena.

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Dove: Opificio Piccitto, Via XXI Luglio, 25036 Palazzolo sull’Oglio (BS)
Quando: dal 1° maggio 2021 al 15 maggio 2021, ore 10.00 – 18.00. Informazioni e prenotazioni sul sito di Galleria Univocal
Come: ingresso libero

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