Ferrara in due giorni: cosa vedere

Due giorni nella “Città del Rinascimento”, iscritta nella Lista dei Siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO dal 1995, sono sufficienti per cogliere le sue molte bellezze e per un assaggio di tutto ciò che Ferrara ha da offrire, anche dal punto di vista della sua cucina. Insomma una splendida meta per un fine settimana all’insegna dell’arte e della cultura.

In un post precedente avevo segnalato tutte le risorse utili per programmare il viaggio, oggi voglio raccontarvi tutto quello che siamo riusciti a condensare in due giornate molto intense. Noi abbiamo scelto di spostarci autonomamente, a piedi (scarpe comode, mi raccomando) e quando ci siamo seduti sul treno il contapassi segnava quasi 30 chilometri… la prossima volta il giro delle mura vogliamo provare a farlo in bicicletta.
Viste le nuove norme di sicurezza per gli accessi a musei e monumenti abbiamo prenotato quasi tutto in anticipo, sfruttando appieno il pass MyFe e il sito per le prenotazione dei musei civici e devo dire che, tranne per la visita di Palazzo Schifanoia, non abbiamo mai dovuto aspettare e gli orari previsti sono sempre stati rispettati, senza necessità di code o attese.

Due giorni non sono molti, certo, ma le distanze ridotte consentono di crearsi un percorso personale, che per noi è stato soprattutto artistico e di scoperta, da percorrere relativamente senza fretta, grazie anche all’ottima collocazione dell’appartamento che avevamo scelto come base.
Il primo giorno, ancor prima di depositare i bagagli, ci siamo diretti al Museo della Cattedrale, un autentico angolo di pace nel centro cittadino, con il suo chiostro a cui dedichiamo la prima foto.

Un piccolo gioiello, nella ex Chiesa di San Romano, in cui ammirare antifonari miniati, formelle del Duecento e arazzi, ma soprattutto le ante d’organo realizzate da Cosmè Tura che rappresentano il primo dei numerosi incontri che avremo con San Giorgio e il Drago. Siamo gli unici visitatori e l’assoluto silenzio, insieme a quella sensazione di essere davvero piccoli dinnanzi alla maestosità (e alle dimensioni) delle opere esposte, spingono alla contemplazione.
Ma non di solo spirito vive l’essere umano, quindi ci concediamo una pausa veloce per il pranzo, prima di iniziare il pomeriggio con una piacevole passeggiata che ci porta al Museo Archeologico Nazionale. In realtà il nostro programma era diverso, ma visto che il museo è attualmente visitabile nella sua interezza solo il mercoledì e il sabato – come ci ha ricordato la gentile addetta dell’Ufficio Turistico – cambiamo direzione in corsa. Ci sarà tempo domani per scoprire l’antica Via delle Volte e parte delle mura.

Il percorso di visita si snoda dall’abitato alla necropoli della città etrusca di Spina. I reperti sono molto interessanti e l’allestimento curato permette a noi visitatori (anche in questo caso unici) di passeggiare letteralmente nella storia, stupendoci ancora una volta della maestria degli artigiani e degli orafi, tra vasi decorati e raffinati monili. Non si può uscire da Palazzo Costabili senza aver ammirato la Sala del Tesoro, con il suo soffitto finemente decorato, così come la Sala delle Piroghe in cui sono conservate due imbarcazioni monossili, presumibilmente di età tardoromana (III-IV secolo d.C.), ma soprattutto senza essersi “smarriti” nel labirinto, punto di forza del bel giardino neo-rinascimentale. Geometrie e scorci romantici, quasi come in una fiaba.

L’immersione nel passato continua con Palazzo Schifanoia, il solo dove la procedura di prenotazione ha mostrato qualche falla. Nell’antica delizia estense è possibile visitare tre sale, tra cui il Salone dei Mesi, per il secondo incontro con San Giorgio, con le sue splendide pitture murali. Impossibile non restare a bocca aperta di fronte al ciclo di affreschi, opera collettiva di diversi pittori ferraresi che rappresenta trionfi di divinità pagane, figurazioni della vita quotidiana e simboli dell’astrologia, considerato uno dei capolavori del rinascimento italiano.

È arrivata anche l’ora dell’aperitivo, che decidiamo di sostituire con la visita del Castello Estense, autentico simbolo di Ferrara, con il suo fossato e le possenti torri. I mattoni rossi in cotto che si stagliano in contrasto con il cielo azzurro e con il verde degli aranci del giardino pensile, ospitato in una loggia merlata, regalano molti spunti fotografici. Purtroppo le prigioni e la Torre dei Leoni non sono attualmente visitabili, ma il percorso regala comunque splendide vedute e questa residenza della corte degli Estensi va percorsa senza mai dimenticare di alzare lo sguardo, per non perdere nessuno dei soffitti degli appartamenti affrescati (valida a questo proposito l’idea di posizionare degli specchi in alcuni ambienti, come il Salone dei Giochi, per consentire al pubblico di cogliere i minimi dettagli degli affreschi senza doversi “torcere il collo”).

I chilometri percorsi iniziano a farsi sentire e Morfeo ci aspetta a braccia aperte, dopo una buona cena all’Ostinato, prenotato con “The Fork”, per provare i famosi cappellacci di zucca violina.
L’altrettanto famosa torta alle tagliatelle ci aiuta a riprendere il passo, in un’assolata domenica mattina, verso il PAC e Palazzo dei Diamanti dove ci attendono due mostre, i Pittori fantastici nella Valle del Po e Banksy.
Una pausa con gelato sulle panchine del parco Massari e via verso la Certosa, complesso monumentale costruito attorno alla metà del Quattrocento e successivamente arricchito dalla Chiesa di San Cristoforo.
Gli appassionati di arte sacra e funeraria hanno a disposizione tre diversi percorsi tematici che noi abbiamo scelto di mescolare, lasciandoci trasportare dai passi in quella che viene definita una “emanazione della bellezza eterna della memoria”.

Per concludere il fine settimana in bellezza, e anche alla ricerca di un po’ di ombra, decidiamo di percorrere le mura cittadine, dalla Porta degli Angeli fino alla Porta Paola, fermandoci spesso a riposare e a godere della quiete, prima di ributtarci tra la gente lungo la Via delle Volte, ultima tappa prima di salutare Ferrara dai finestrini della Freccia Orobica che ci riporta a casa.

Qualche idea in più: Noi abbiamo scelto di scoprire la città in assoluta libertà, ma ci sono diverse opzioni per chi preferisce un itinerario guidato* o un tour in bicicletta*.
Per gli amanti della street art segnaliamo il progetto “FM streetmap – Ferrara Mappa della Street Art” che comprende una mappa dei graffiti e dei murales più significativi realizzati sui muri di Ferrara, tra cui quelli in via Dosso Dossi, realizzati nel 2016 nel corso di un intervento di riqualificazione di una vecchia scuola.

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Museo della Cattedrale
Aperto dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì
Ingresso: intero 6 euro, gratuito con MyFe
Museo Archeologico Nazionale
Aperto dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.00 alle 17.00. Chiuso il lunedì. L’intero museo (ossia tutte le sale del pianoterra e l’esposizione al piano nobile) è attualmente visitabile solo il mercoledì e il sabato
Ingresso: intero 6 euro; Sala del Tesoro, Sala delle Monossili e Giardino 1 euro, gratuito con MyFe
Palazzo Schifanoia
Aperto dalle 10.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì
Ingresso: intero 6 euro, gratuito con MyFe
Castello Estense
Aperto dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Chiuso il martedì mattina.
Ingresso: intero 12 euro (comprensivi della visita alla mostra Tra simbolismo e futurismo. Gaetano Previati), gratuito con MyFe
Certosa
Accesso al cimitero monumentale è aperto tutti i giorni: inverno 7.00-17.00; estate 7.00-19.00.
Possibilità di seguire 3 percorsi tematici, tutti i giorni, da ottobre a marzo, dalle 8.30 alle 15.00.
Percorsi tematici: https://certosadiferrara.it/01-storie-di-ferrara; https://certosadiferrara.it/02-le-sette-arti; https://certosadiferrara.it/03-la-sacra-bellezza
Mura cittadine
https://www.ferraraterraeacqua.it/it/materiale/ferrara-e-le-sue-mura

* indirezionenoncausale partecipa a programmi affiliati. Per gli acquisti fatti tramite i link indicati potrei ricevere una piccola commissione percentuale che non incide sul prezzo pagato. Codice di riferimento su The Fork: 7AB95734.

Mostra – Un artista chiamato Banksy, Palazzo dei Diamanti, Ferrara

Questa a palazzo dei Diamanti è per indirezionenoncasuale una “mostra recuperata”. Si tratta, infatti, di quella stessa mostra che (grazie alla, o meglio a causa della fiducia mal riposta in Trenitalia) non siamo riusciti a visitare a Genova.

In qualche misura è anche una seconda puntata, un rinnovato incontro con l’opera di Banksy, un rivedere con piacere molti dei lavori già esposti a Milano con la consueta dose di polemiche, il tutto con maggiore tranquillità, senza la ressa delle sale del Mudec, i gruppi organizzati con relativa guida a costruire muri umani davanti ai lavori più noti. In generale la sensazione è quella di “maggior respiro”, quasi un controsenso visto l’obbligo di indossare la mascherina, di poter godere della slow art per dirla all’americana.
A questo proposito per evitare lunghe attese e occhiate invidiose ai fortunati che entrano senza fila è estremamente consigliato prenotare la visita.

Opere in parte già viste, dunque, ma non senza qualche novità. In particolare Lab rat, realizzato per il festival di Glastonbury nel 2000 con spray e acrilici su compensato e che la scheda informativa ci racconta essere stato ritrovato e riconosciuto per caso.

Oppure ancora una delle serigrafie su carta che più mi ha colpito per la sua forza espressiva, Nola, opera apparsa inizialmente come dipinto su muro a New Orleans, tre anni dopo le devastazioni dell’uragano Katrina.

Proprio le informazioni riportate su Lab rat e Nola richiamano l’attenzione sulla cura che gli organizzatori hanno dedicato alle schede informative. Non semplici cartellini scarni (e spesso mal illuminati e di infelice collocazione), ma vero e proprio tassello nella narrazione della figura dell’artista e della sua opera.
Così come sono interessanti (e particolari) i pannelli che corredano l’esposizione, in forma di infografica, raccontando il cammino dell’artista di Bristol.
Nel percorso espositivo, che include oltre 100 pezzi della produzione di Banksy, dai poster agli stencil su stoffa, dalle serigrafie ai dipinti, spicca anche la scultura Mickey Snake, in fibra di vetro, poliestere, resina e acrilici, creata per Dismaland, il distopico parco a tema ideato dall’artista nel 2015.

Guardando in una delle teche la maglietta commemorativa di questa installazione temporanea penso che uno dei miei reali rimpianti sia proprio quello di non essere riuscita a visitarla, ma spero che un giorno Banksy ci proporrà qualcosa di altrettanto dirompente e – è una promessa che faccio a me stessa – questa volta sarà pronta, non mi lascerò scoraggiare dalla distanza e dalle difficoltà di organizzare il viaggio. Quindi questo è solo un arrivederci.

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Dove: Ferrara, Palazzo dei Diamanti, Corso Ercole d’Este 21
Quando: fino al 27 settembre 2020, tutti i giorni dalle 11.00 alle 21.00
Come: ingresso intero 10 euro (+ 1 euro per diritti di prevendita per l’acquisto del biglietto online)
Catalogo della mostra
Per approfondire: Affreschi urbani. Piero incontra un artista chiamato Banksy ; Banksy. Wall and piece; Banksy. Siete una minaccia di livello accettabile; Cercasi Banksy disperatamente, ed. 2020; La vera arte è non farsi beccare. Interviste a Banksy.
Un suggerimento in più: per scoprire tutte le bellezze di Ferrara noi abbiamo soggiornato in un appartamento nel cuore di Ferrara, a pochi minuti a piedi da Palazzo dei Diamanti, prenotato su airbnb.it*.

*In qualità di membro di Airbnb Associates, potrei ricevere una commissione per le prenotazioni tramite questo link che non incide sul prezzo pagato.

Mostra – Pittori fantastici della Valle del Po, Padiglione d’Arte Contemporanea, Ferrara

“Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo”

Un regalo inaspettato dalla visita a Ferrara, una passeggiata in solitaria tra le opere, potendo scoprirne i minimi particolari, senza fretta, in una ancora sonnolenta domenica mattina e a posteriori posso dire che qualche volta l’ignoranza paga. Probabilmente se avessi saputo prima che questa mostra ha visto, seppure in misura residuale, Vittorio Sgarbi tra gli organizzatori/promotori mi sarei domandata due volte se acquistare il biglietto e sì la mia antipatia per il personaggio è tale da avermi fatto saltare a piedi pari il suo scritto che apre il catalogo, ma visto che appunto ignoravo questo fatto, incuriosita innanzitutto dal titolo, ho effettuato la prenotazione. E non me ne sono pentita.
Muovendosi tra le sale, quasi seguendo il corso del fiume, visto che la mostra si articola in sezioni dalla connotazione non tanto tematica, quanto geografica, passando dal Monviso allo Scrivia, dallo Scrivia al Panaro, dal Panaro al Delta e poi fino al mare, si coglie appieno il significato della visione di Camillo Langone che ha voluto questa rassegna, quella sulle pareti è “arte del nostro tempo, del nostro spazio”, sono quadri che raccontano passato e presente (e un po’ di futuro) di un preciso territorio, suoi frutti.

Massimo Galliani, Un Po d’oro, 2018

Così come il percorso è radicato nello spazio padano, altrettanto lo sono i riferimenti musicali (solo accennati tramite qualche verso, ma non per questo meno protagonisti) che accompagnano il visitatore allo scoperta di un paesaggio reale e irreale, a tratti surreale, fantastico, così come creati dalla fantasia appaiono i personaggi che lo popolano.

Enrico Robusti, Affettazione liturgica, 2014

Visioni diverse, tecniche e stili diversi per un percorso non banale, lontano dai classici paesaggi, non meramente descrittivo, ma che apre spiragli sulla poetica dei singoli artisti – pagine del diario di un viaggio che si lasciano sfogliare a cavallo tra vedute e sogno.

E allora il catalogo della mostra diventa una sorta di guida in cui Langone narra l’esposizione procedendo dalla sorgente al delta, mescolando alla propria le voci degli artisti protagonisti in uno scritto suggestivo che propone spunti interpretativi e immagini evocative.
Una mostra a cui dedicare il giusto tempo e che credo colga appieno il legame con i luoghi da cui è nata e con la città che la ospita, chiudendo un cerchio che parte idealmente dalle ante d’organo di Cosmè Tura dedicate a San Giorgio che uccide il drago (1469), esposte al Museo della Cattedrale, al Trittico di San Giorgio e il drago (2020) di Giuliano Guatta.

Giuliano Guatta, Trittico di San Giorgio e il drago, 2020

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Dove: Ferrara, Padiglione d’Arte Contemporanea, Corso Porta Mare 5
Quando: dal 3 luglio al 27 settembre 2020, orari 10 – 13.00 e 16.00 – 19.30, chiuso il lunedì;
Come: ingresso intero 5 euro, gratuito per i possessori del pass Myfe. Prenotazioni  
Catalogo della mostra

Un fine settimana a Ferrara: fase 1 – la programmazione

La mostra di Banksy a Ferrara è lo stimolo che ci voleva per organizzare un fine settimana alla scoperta di una città dalle molte attrattive, il cui centro storico è incluso nella Lista dei Siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO dal 1995, come “Città del Rinascimento”, con la seguente motivazione “mirabile esempio di città progettata nel Rinascimento, che conserva il suo centro storico intatto e che esprime canoni di pianificazione urbana che hanno avuto una profonda influenza per lo sviluppo dell’urbanistica nei secoli seguenti”.

Per la programmazione della visita sono risultate essenziali alcune risorse:
1) il sito Airbnb per il pernottamento
2) il portale turistico ufficiale della provincia di Ferrara
3) il sito per le prenotazione dei musei civici
4) le pagine dedicate a MyFe, la carta turistica di Ferrara

Pernottamento
In ogni luogo che visitiamo ci piace immergerci nella realtà quotidiana e soprattutto in questo periodo quando è ancora forte l’idea di “stare distanti” la scelta non poteva che cadere su una intera casa. Nella lista dei desideri soprattutto la posizione centrale e poi, ovviamente, un prezzo onesto. La scelta (felicissima) è caduta sulla proposta del superhost Federico, entro le mura, a dieci minuti a piedi tanto da Palazzo dei Diamanti che dal Castello Estense, in un palazzo d’epoca, con uno grazioso affaccio su un giardino interno. Tranquillità e buon riposo assicurato. A pochi passi una forneria che consente di provare anche qualche dolce tipico ferrarese, una gelateria con interessanti gusti stagionali, ristoranti e negozi, una farmacia. La cortesia e disponibilità di chi ci ha accolti hanno fatto il resto.
I plus: biciclette a disposizione degli ospiti e tantissimi materiali da consultare per godere appieno dell’offerta turistica della città.

“Giri in giro”
Per pianificare al meglio due giorni molto intensi abbiamo sfruttato al massimo il portale turistico, da cui è possibile scaricare anche molti materiali utili, come la cartina che accompagna nella passeggiata lungo i 9 chilometri delle mura cittadine o la guida per chi vuole spostarsi in bicicletta . Un portale fondamentale per conoscere le bellezze di Ferrara e costruire l’itinerario perfetto, su misura.
In realtà proprio questo percorso lungo le mura ci ha permesso di vivere una domenica pomeriggio nel verde, tra le piante, spesso in assoluta solitudine, muovendoci con lentezza, assaporando l’atmosfera rilassata, uno di quei magici momenti in cui l’unica cosa importante senza quella di mettere un piede davanti all’altro, lasciandosi trasportare.

 

Arte e cultura
Palazzi rinascimentali e musei, chiese e giardini, affreschi e collezioni di reperti archeologici, Ferrara ha davvero tutte le carte in regola per soddisfare gli amanti della storia e dell’arte.
Certo, dopo la quarantena, uno dei punti critici è sicuramente quello di capire quali monumenti e strutture siano aperti, in che orari e con quali modalità e ancora una volta ci affidiamo al portale turistico che propone un elenco in costante aggiornamento, con tutte le informazioni utili per evitare delusioni (ad esempio ad oggi la Torre dei Leoni e le prigioni nel Castello Estense sono ancora chiuse al pubblico, così come il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea) e spostamenti inutili.

Selezionati i luoghi del cuore e le esperienze da non perdere, nell’ottica delle nuove norme che regolano il contingentamento degli ingressi, abbiamo deciso di sacrificare un po’ di spontaneità e prenotare direttamente le diverse visite grazie al servizio gratuito offerto dai civici musei. Questa prenotazione serve esclusivamente per riservare il proprio posto nella data e all’ora prescelta, mentre il pagamento avviene direttamente alla cassa delle varie strutture (nota: il sistema non include il Museo Archeologico, a gestione statale).
Per coloro che intendono scoprire il mondo degli Estensi e molto altro di ciò la Città del Rinascimento ha da offrire a un prezzo vantaggioso è possibile acquistare, anche online, MyFe, un pass che include i principali musei e monumenti. Noi l’abbiamo provato e vi racconteremo a breve la nostra esperienza.
Sempre a proposito del panorama museale e artistico, vale la pena ricordare che dal 1° luglio al 31 ottobre 2020, nell’ambito della campagna “Ferrara rinasce”, è prevista una riduzione del 30% della tariffa intera per l’ingresso ai Musei Civici, consegnando alle biglietterie il coupon rilasciato dall’Ufficio Informazioni Turistiche della città a fronte della presentazione di uno scontrino o ricevuta delle realtà economiche della città, di importo pari o superiore a 10 euro.

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Per approfondire la visita della città: Saper vedere la città: Ferrara di Biagio Rossetti in formato Kindle; Per le vie di Ferrara. Edicole devozionali mariane e simboli religiosi; Ferrara. Città d’arte in formato Kindle.